domenica 3 aprile 2011
La Gran Bretagna pensa a una legge per sancire il diritto di visita in caso di separazione dei genitori. Ma per i supremi giudici non è sufficiente la «mera disponibilità»: per i supremi giudici è necessario un precedente «rapporto di accudimento e di familiarità» con i minori.
- Ma non si può far divorziare i nipoti dai nonni di Ferdinando Camon
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Non è sufficiente la disponibilità a farsi carico dei minori, perché, in caso di impedimento dei genitori, i nipoti possano essere affidati ai nonni. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 7.504 emessa giovedì dalla Prima sezione civile presieduta da Maria Gabriella Luccioli. Nello specifico, i supremi giudici hanno rigettato l’istanza di alcuni parenti, compreso il nonno paterno e la bisnonna materna, contro la dichiarazione di adottabilità di quattro bambini residenti in un piccolo comune a Nord della Capitale, emessa dal Tribunale dei minorenni di Roma nel 2007 e confermata dalla Corte d’Appello nel 2009.In particolare, la Cassazione, oltre a rilevare, «per giurisprudenza consolidata», l’insufficienza della «mera disponibilità dei parenti (compresi i nonni) a farsi carico dei minori», ribadisce la necessità dell’esistenza di «un rapporto sottostante di familiarità ed accudimento, ovvero, al limite, un tentativo di contrastare la condizione dei minori, con interventi sostitutivi dei genitori o eventualmente con denunce alle autorità di controllo».Tutte azioni che, a quanto scrivono i supremi giudici nella sentenza, nel caso dei quattro fratellini, non sono state effettuate. Infatti, i piccoli, annotano i magistrati di piazza Cavour, vivevano in «condizione di degrado, sporchi, affamati ed infermi», a conferma del loro sostanziale «stato di abbandono».Una situazione, insomma, di disagio gravissimo che, si legge sempre nel dispositivo della sentenza del 31 marzo, vedeva i genitori «palleggiarsi le responsabilità» circa la crescita dei figli che vivevano con la madre; condizione, scrivono sempre i supremi giudici, «che aveva inciso in modo gravemente negativo sul loro sviluppo psicofisico». Da un lato, infatti, «il padre accusava la madre di essere psichicamente disturbata», dall’altro, la donna «affermava che il padre era violento sia nei suoi confronti che in quelli dei minori». L’uomo aveva peraltro già a proprio carico un procedimento penale per violenza sessuale e maltrattamento dei figli.Si capisce quindi come, nel caso specifico, osservano i supremi giudici, fosse «palesemente contrario all’interesse dei minori il mantenimento o addirittura l’intensificazione del rapporto del padre e, più in generale, della famiglia di origine, con i minori stessi».Da qui il diniego alla richiesta dei nonni di poter avere in affidamento i quattro nipotini.Oltre che in tema di affido, il rapporto tra nonni e nipoti è al centro anche di molte cause di divorzio. Si calcola, infatti, che in Italia almeno 25mila nonni all’anno vivano l’esperienza della “separazione” dai nipotini per la fine del matrimonio dei loro genitori. In particolare, secondo l’associazione “Nonni genitori di figli separati”, mentre il 70% dei nonni materni continua a vedere con regolarità i nipoti, questo vale solo per il 40% dei nonni paterni. Il problema è stato recentemente affrontato anche in Gran Bretagna, dove il governo Cameron vuole riformare il diritto di famiglia, per riconoscere ai nonni il diritto di frequentare i nipoti anche dopo il divorzio dei genitori. Una possibilità che i nonni italiani hanno dal 2006, quando è stata approvata la legge sull’affido condiviso.
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