"Non mi aspettavo tanta
solidarietà, non credevo ci fosse così tanta gente di cuore.
Vorrei ringraziare tutti i bergamaschi che mi hanno aiutata":
Maryam, la donna di 29 anni che non poteva seppellire il figlio
Yousef, morto 15 ore dopo il parto, perché non aveva i soldi
necessari, ha voluto così esprimere la sua riconoscenza alle 219
persone che hanno partecipato alla sottoscrizione per aiutarla. I funerali del neonato si sono svolti oggi pomeriggio alle 15.
Fra di loro c'è anche un bambino che ha voluto darle i 10
euro che ha ricevuto in dono questa mattina per Santa Lucia.
Secondo un'antica tradizione bergamasca, la santa porta i doni
ai bambini che hanno portato una letterina nella chiesa a lei
dedicata lungo via XX Settembre, in centro città. In totale i sostenitori che hanno inviato fondi alla raccolta organizzata da
L'Eco di Bergamo, che si è conclusa oggi alle
12,30 sono stati 219, il sito Kendoo.it ha raccolto in meno di
24 ore 8.336 euro. Quanto avanzerà, verrà
donato al Fondo Caritas di Bergamo per le persone in difficoltà
economiche che non riescono a sostenere le spese per i funerali
dei propri cari.
"Non ho i soldi per seppellire mio figlio". E' il tragico grido d'aiuto che aveva lanciato la donna marocchina nei giorni scorsi. Il mese scorso ha partorito un bimbo prematuro in seguito ad un incidente stradale. Il corpo senza vita si trovava nella camera mortuaria dell'ospedale Papa Giovanni XXIII. Il bambino era nato di 24 settimane e 3 giorni il 7 novembre scorso all'ospedale di Calcinate (Bergamo), il giorno dopo che la madre, Maryam, 29 anni, era rimasta coinvolta in un banale incidente stradale a Cologne (Brescia), il paese dove la donna vive da quando era adolescente. Il bimbo, gravissimo, era stato portato all'ospedale di Bergamo, dove 15 ore dopo era morto.
La procura di Bergamo sta cercando di far luce sulle responsabilità dell'accaduto dopo un esposto dei genitori: ci sono 30 indagati tra medici e infermieri di Calcinate e Bergamo. Il 21 novembre era stata eseguita l'autopsia, il giorno dopo era arrivato il nulla osta per la sepoltura. "Mi hanno detto che per i funerali ci volevano 750 euro - ha raccontato Maryam -, ma io ho risposto che non ce li avevo. Da marzo ho perso il lavoro in una ditta di pulizie e vivo col sussidio di disoccupazione". La madre si era inizialmente rivolta alle assistenti sociali del Papa Giovanni, che si erano interessate alla vicenda. In seguito aveva chiesto al Comune di Cologne (Brescia) di poter procedere con un funerale di povertà. "Mi hanno detto che avevo un reddito e una casa, e che più di 250 euro non potevano darmi. Ma io con la disoccupazione non riesco nemmeno ad arrivare a fine mese e la casa dove vivo mi è stata pignorata e messa all'asta dopo che 5 anni fa ho smesso di pagare il mutuo. Mi sono sentita umiliata".
Dal canto suo il Comune di Cologno ha confermato che il contributo viene dato in base al reddito Isee e che gli uffici non hanno riscontrato gli estremi per procedere a un funerale di povertà.