venerdì 8 marzo 2024
Esce oggi per Vita e Pensiero "Carovane. La tempesta del Covid e il futuro di una comunità", scritto dall'ex sindaco del paese, Cancelli, e da don Matteo Cella, allora direttore dell'oratorio
L'ex sindaco Claudio Cancelli, al centro, con don Matteo Cella, a destra, e Mario Calabresi, che firma la prefazione del libro

L'ex sindaco Claudio Cancelli, al centro, con don Matteo Cella, a destra, e Mario Calabresi, che firma la prefazione del libro

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Quattro anni fa, prima silenzioso e poi devastante, il Covid s'abbatteva con la massima violenza su Nembro, all'imbocco della Val Seriana, la cittadina straziata da 188 morti – su poco più di 11mila residenti – in appena due mesi. La paura e la tragedia, la morte e la violenza della pandemia, si sono però intrecciate alla forza di volontà di una comunità che ha saputo resistere, restare unita. I ricordi nel frattempo sono diventati riflessione, rielaborazione. Ripartenza. L'esperienza vissuta da Nembro è ora al centro del libro «Carovane. La tempesta del Covid e il futuro di una comunità», in uscita oggi per Vita e Pensiero (pp. 204, 16,00 €): a scriverlo sono Claudio Cancelli, sindaco di Nembro dal 2012 al 2022, e don Matteo Cella, direttore dell'oratorio di Nembro dal 2011 al 2022, punti di riferimento per tanti in quei giorni di angoscia e solitudine. Ma i veri protagonisti, come si legge nel libro, sono «le donne e gli uomini di questa comunità che, nel periodo più buio della sua storia durante la pandemia, si sono attivati in modo generoso e corale facendosi carico sia dei bisogni concreti e materiali sia di quelli di vicinanza e di cura delle persone nelle loro più intime emozioni. Ciò ha permesso di attraversare la tempesta senza perdere la traccia e il senso della nostra esistenza di fronte al dramma che si stava vivendo. E così è stato possibile legare l’eredità delle vite di chi ci ha lasciato con il progetto del nostro futuro comune: di generazione in generazione». La prefazione è affidata al giornalista Mario Calabresi, mentre la postfazione è di Ivo Lizzola, professore ordinario di Pedagogia all'Università di Bergamo.

«La motivazione più profonda – racconta oggi don Matteo Cella – è che dell’esperienza del Covid ci sono soprattutto dei ricordi: o traumatici, per chi ha perso i propri cari, o anche per certi versi positivi, per i tanti che si sono rimboccati le maniche, perché nella confusione più totale non c'era solo il male. Ma è importante che il ricordo non rimanga l'unico approccio: occorre arrivare a una rielaborazione. I ricordi sono la materia prima per capire la comunità che è stata, esemplare per certi versi, mentre la comprensione ci aiuta a costruire la comunità di domani, avendo consapevolezza di ciò che è stato». Il libro scorre attraverso due parti, “I racconti” e “Le trame”, ciascuna divisa in sette capitoli; si alternano il punto di vista del sindaco e del sacerdote, ma anche le storie dei tanti protagonisti silenziosi che hanno tenuto stretto il tessuto sociale in quelle settimane di tempesta. Ci sono anche i frammenti più preziosi vissuti in quelle infinite settimane. «Nel libro citiamo Papa Francesco (che telefonò a don Cella a maggio 2020 per ringraziare i giovani dell'oratorio, ndr) e Sergio Mattarella, che ci hanno lasciato messaggi piccoli ma fondamentali, e soprattutto un'idea – sottolinea il sacerdote -: se sai a chi guardare, hai meno timidezza nel momento in cui sei chiamato ad agire». Con la giusta distanza temporale, è germogliato il frutto della riflessione. «Abbiamo provato a fare un lavoro che la Bibbia chiamerebbe di sapienza, trasformando la memoria in conoscenza utile a costruire il domani – prosegue don Cella -. Abbiamo però messo insieme l'approccio credente e quello laico: la collaborazione tra me e Claudio (Cancelli, il sindaco, è stato anche professore di fisica, ndr) è sempre stata feconda e sincera, con dei punti di vista diversi. Il libro nasce come narrazione a due voci, poi ci siamo resi conto che, pur partendo da princìpi diversi e da ruoli diversi, sui punti fondamentali troviamo un terreno comune molto più interessante della diversità».

È una storia di comunità, ma anche un libro per la comunità. Concretamente, i diritti di questo libro saranno devoluti all'associazione «Migliori di così», animata dai giovani di Nembro che ormai dall'estate 2020 promuovono la rassegna culturale «Festival delle Rinascite». «Ci è sembrato coerente con quanto scriviamo nel libro – conclude il sacerdote -. Quell'esperienza nasce dall'impegno di tanti giovanissimi che si sono messi in gioco durante il momento più difficile dell'emergenza, dando poi continuità a quell'esperienza attraverso un'associazione culturale». La prima presentazione del libro sarà lunedì 18 marzo, alle 20.45 al teatro Modernissimo di Nembro, a quattro anni esatti di distanza dalla carovana di camion militari che portò fuori da Bergamo le troppe bare che si erano accumulate nel cimitero. La fotografia drammaticamente più nitida di una tragedia di comunità.

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