venerdì 16 novembre 2012
​Il capo dello Stato parla col ministro Cancellieri: evitare infiltrazioni di violenti in manifestazioni pacifiche. Poi chiede soluzioni per la crescita.
Più dialogo per evitare un flashback di piombo di Antonio Maria Mira
De Rita: «Questa Italia oggi è il Paese della latenza dove i giovani contestano il potere che non c'è»
Cancellieri si schiera con la polizia
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​«Bisogna comprendere il disagio dei giovani e dare loro delle concrete risposte». Riflette Giorgio Napolitano dopo una giornata che ha visto nuovi momenti di tensione, culminati nella contestazione a Pier Luigi Bersani, ma anche con nuove proteste contro esponenti del governo. Il Capo dello Stato, dicono i suoi più stretti collaboratori, «è particolarmente preoccupato». Gli scontri in varie città durante le manifestazioni di mercoledì, gli attacchi alle sedi della Cisl e della Uil. Ma anche le critiche per alcuni eccessi delle Forze dell’ordine. Il Presidente ne parla col ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, approfittando della comune partecipazione agli "Stati generali della cultura". Vuole capire, lui che quel ministero ha guidato a lungo col governo Prodi. Preoccupa «il clima» ma anche chi «ne sta approfittando», cercando di infiltrarsi nelle manifestazioni per «trasformarle». E preoccupa che proprio su questi «tentativi non ci sia una vera consapevolezza». Tra gli stessi manifestanti ma anche in parte delle forze politiche.Napolitano riflette col responsabile del Viminale e poi ne parla pubblicamente. «Bisogna evitare l’infiltrazione in manifestazioni pacifiche di soggetti violenti che fanno danno alla stessa causa di quelli che manifestano». Ed è proprio questa la preoccupazione maggiore. Sulla quale si conferma l’asse Quirinale-Palazzo Chigi. Ed è certo che anche questa «preoccupazione» sia stata al centro dell’incontro di ieri col premier. C’è la necessità di non chiudere il dialogo, di dare risposte concrete. In particolare, spiegano al Colle, «sui temi della crescita e dell’occupazione». Ma anche della cultura, uno dei temi al centro della protesta di due giorni fa. Così, proprio nel suo intervento agli Stati generali, duranti i quali alcuni studenti e ricercatori avevano contestato i ministri Profumo e Barca, lancia ai giovani un invito, proprio nel segno del dialogo e dell’apertura. «Fate valere le vostre legittime proteste ma con il massimo della razionalità per portare la cultura più avanti, perché solo così potremo portare il Paese fuori dalla crisi» dice rivolgendosi a chi ha inveito all’indirizzo dei membri del governo. Per lui applausi da standing ovation. I giovani lo apprezzano, si fidano, e anche per questo il presidente si spende per capire le proteste. Garante anche di questo disagio.​
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