martedì 15 gennaio 2013
Depositate le motivazioni su conflitto attribuzione tra Quirinale e pm Palermo. La procedura di distruzione delle telefonate con Mancino avrebbe aperto un vulnus.
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​Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui la Corte costituzionale, il 4 dicembre scorso, accolse il conflitto sollevato dal Quirinale Nei confronti della Procura di Palermo, relativo alle intercettazioni che coinvolgono indirettamente il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, disposte nell'ambito dell'indagine sulla presunta trattativa Stato-mafia. La sentenza (n.1/2013) è lunga 49 pagine.Che la distruzione, nel più breve tempo possibile, delle intercettazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "fosse la soluzione indicata dalla Consulta lo sapevamo già, ma per potere esprimere una valutazione precisa devo leggere approfonditamente la sentenza della Consulta". Lo ha detto il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo commentando le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale depositate nell'ambito del ricorso presentato la scorsa estate dal Colle nel conflitto con la Procura di Palermo che indaga sulla trattativa tra Stato e mafia.
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