Da sinistra: l'artista Jorit, Sergio D'Angelo (Gesco), la madre di Paciolla, Anna Maria Motta, la vicesindaca Laura Lieto e il padre di Mario, Giuseppe Paciolla, alla presentazione a Napoli del progetto del murale - ANSA
«Noi non archiviamo. Quello di Mario è un omicidio, per noi è chiarissimo ed è importante prima di tutto restituirgli dignità». È netta l'opinione di Anna Maria Motta, madre di Mario Paciolla, il cooperante napoletano trovato morto nella sua casa in Colombia, a San Vicente del Caguàn, il 15 luglio 2020, caso che resta ancora avvolto nel mistero e per il quale la Procura di Roma ha di recente chiesto l'archiviazione, contestata dai familiari. I genitori di Paciolla hanno partecipato oggi alla presentazione del murale che l'"artista di strada" Jorit realizzerà su una facciata del liceo scientifico Elio Vittorini, a Napoli, e che sarà inaugurato il prossimo 28 marzo, giorno in cui Mario Paciolla avrebbe compiuto 36 anni.
Il progetto "Un murale per Mario Paciolla" è stato presentato in una conferenza stampa alla Sala del Capitolo nel Complesso monumentale San Domenico Maggiore a Napoli dai genitori, Anna Maria e il marito Giuseppe Paciolla, insieme con Simone Campora del collettivo "Giustizia per Mario Paciolla", la vicesindaca di Napoli, Laura Lieto, e il presidente di Gesco Sergio D'Angelo. Sono intervenuti anche Sergio Colella, consigliere delegato dal sindaco per la Città Metropolitana, e Rosaria Désirée Klain, responsabile di "Articolo 21" per la Campania, mentre le avvocatesse Alessandra Ballerini ed Emanuela Motta che assistono la famiglia Paciolla hanno mandato due interventi video.
«Mario era un difensore dei diritti umani, ha speso la sua vita ed è morto per questo. La sua è una storia dolorosa che merita verità e giustizia e il fatto che sarà un artista internazionale come Jorit a realizzare il murale aiuterà a uscire fuori dai confini campani», ha detto l'avvocatessa Motta, che ha ricordato anche che è possibile lasciare messaggi e segnalazioni, anche anonime, caricare foto e video sulla piattaforma marioveritas.org per sostenere la ricerca della verità sulla sua morte. «Mario è morto sul lavoro, impropriamente lo si definisce un "volontario" - ha ribadito la legale Ballerini - ed è chiara la responsabilità dell'organizzazione per cui lavorava (operava in Colombia per conto dell'Onu, ndr). Era un giovane uomo, un giornalista rigoroso e generoso ed è anche per tutte queste ragioni che non crediamo all'ipotesi del suicidio, oltre che per le molte evidenze che abbiamo dai nostri periti». Su questo caso aleggiano infatti i punti oscuri legati ai comportamenti singolari di almeno due funzionari dell'Onu, con funzioni apicali nel team di lavoro di Mario (che sono stati poi denunciati dalla famiglia Paciolla), oltre alla fuga di notizie sui dossier a cui stava lavorando Mario.
Infine, la mamma di Mario, Anna Maria, ha spiegato le ragioni della scelta di Jorit: «Pensiamo che l'internazionalità di questo artista possa fare viaggiare la storia di Mario. Abbiamo la certezza che saprà interpretare il sorriso dei suoi occhi e la sua profondità. È una maniera per ribadire che noi non archiviamo. Quello di Mario è un omicidio, per noi è chiarissimo ed è importante prima di tutto restituirgli dignità». L'istituto Vittorini si è reso disponibile ad ospitare l'opera su una facciata del liceo (il nulla osta sarà ratificato da un consiglio d'istituto agli inizi di febbraio), d'intesa con il Comune e la Città Metropolitana di Napoli.