I carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli hanno notificato 13 misure cautelari, la maggior parte a carico di persone già detenute nell'ambito della riapertura delle indagini per la strage del bar Sayonara avvenuta una domenica mattina, l'11 novembre 1989.In quell'occasione sei persone furono uccise e tre ferite, tra le quali una bambina. La strage si compì nel quartiere di Napoli di Ponticelli nell'ambito di uno scontro tra i clan Sarno e Aprea contro il clan Andreotti, per il controllo delle attività illegali nella zona orientale del capoluogo partenopeo; le indagini di allora indicarono in quattro degli uccisi gli obiettivi del comando di fuoco, mentre due persone sarebbero state vittime per caso dei sicari. Le rivelazioni dei pentiti recenti anche del clan Sarno hanno, invece, gettato nuova luce su quell'episodio già archiviato individuandone i mandanti, ma soprattutto gli esecutori arrestati in questa operazione.Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno mostrato, inoltre, che due sole vittime erano le persone da uccidere nell'ambito della faida, mentre quattro erano avventori e passanti uccisi da una mole di fuoco imponente. La bambina ferita, inoltre, fu curata di nascosto dalla famiglia e solo in seguito si seppe che era coinvolta nell'agguato. A tutti i destinatari del provvedimento restrittivo del gip viene contestato il reato di strage pluriaggravata. Contestualmente agli arresti, eseguiti per lo più nel quartiere di Ponticelli, sono state effettuate molte perquisizioni anche per blocchi di edifici.