Non ce l'ha fatta Ciro Esposito il trentenne ferito lo scorso 3 maggio nel prepartita della finale di Coppa Italia a Roma, è morto stamattina. La notizia è stata comunicata dal professor Massimo Antonelli, direttore del Centro di Rianimazione del Policlinico Gemelli dove il giovane era ricoverato. "Dopo 50 giorni di rianimazione intensa e protratta - si legge in nota - il signor Ciro Esposito è da poco deceduto per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali". Il professor Antonelli a nome di tutto il personale del reparto esprime il profondo cordoglio e la vicinanza ai genitori di Ciro giovane in questo momento di intenso dolore per la perdita del proprio figlio.
«Non si faccia violenza nel nome di Ciro". È l'appello lanciato da Enzo, lo zio di Ciro. "Invitiamo a mantenere la calma - sottolinea lo zio, poco dopo la morte del ragazzo - non vogliamo altra violenza, ma solo rispetto per Ciro». La famiglia chiede in particolare che venga fatta giustizia e che si individuino tutti i reponsabili dell'aggressione. Oltre a Daniele De Sanctis, secondo la famiglia ci sarebbero anche altri responsabili. "Chi ha sbagliato paghi, le istituzioni facciano la loro parte dopo 50 giorni di silenzio" è il duro messaggio lanciato dai familiari. L'avvocato della famiglia, Angelo Pisani, ha avviato una raccolta firme per chiedere al presidente Napolitano la medaglia al valore vicile per Ciro.
Con la morte di Ciro, si fa più pesante la posizione
processuale di Daniele De Santis, l'ex ultrà giallorosso
accusato di avere esploso almeno cinque colpi di pistola contro
i sostenitori partenopei: De Santis, piantonato all'ospedale in
stato d'arresto, è ora indagato anche per omicidio volontario e non più per tentato omicidio. Del resto la vittima, nei pochi momenti di lucidità avuti durante la lunga degenza, avrebbe riconosciuto proprio in De
Santis l'aggressore. Circostanza nota ai pm che hanno dato
incarico alla digos di sentire tutte quelle persone (parenti,
amici e conoscenti) che in queste settimane hanno potuto
avvicinare e parlare con Ciro, al quale sarebbero state
mostrate anche foto dell'ex ultrà giallorosso apparse sui
giornali.
Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha proclamato il lutto cittadino per la morte del giovane. "No alla violenza e sì alla giustizia, trovo inaccettabile quanto è accaduto" ha detto il primo cittadino. I funerali di Ciro si terranno venerdì a Scampia dove si sta allestendo la camera ardente. Giovedì mattina verrà eseguita l'autopsia su indicazione del pm Eugenio Albamonte, contraria la famiglia.
Tra gli abitanti del quartiere di Napoli c'è poca voglia di parlare e grande commozione per quello che è successo. Tutti vogliono rispettare il dolore della famiglia e l'appello ad evtiare altra violenza. Uno striscione con la scritta "Ciao
eroe" è stato affisso sulla cancellata dell'autolavaggio di
proprietà della famiglia Esposito. Il telo
copre in parte il drappo nero issato questa mattina al posto
degli striscioni che campeggiavano fino a ieri.
Sul cancello dell'autolavaggio c'è un bigliettino con la
scritta "Chiuso per la morte di Ciro". A Napoli in corso Vittorio Emanuele è comparso uno striscione con la scritta "De Santis fascista assassiono Napoli ti odia" e altre scritte di matrice anarchica.
Preoccupazione tra le forze dell'ordine per possibili incidenti a Roma. "Ora può accadere di tutto" dice Sasà Capobiondo, appartenente ai gruppi del tifo organizzato del Napoli. "Rispetto l'appello dei familiari - dice - ma non so come reagirò quando vedrò un tifoso della Roma che si comporta come ha fatto De Santis". Per un altro capo tifoso, Gennaro Montuori la soluzione è evitare le trasferte. "Ognuno tifi a casa sua, purtroppo da un po' di anni tutto è cambiato, c'è molta violenza in giro". Le questure di Napoli e Roma sono costantemente in contatto per monitorare la situazione e impedire incidenti ma non si sono verificati problemi.