Oltre 1.500 persone sono annegate o risultano disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nel 2011. Lo ha reso noto durante un briefing con la stampa la portavoce dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR), Sybella Wilkes, sottolineando che si è trattato dell'anno peggiore da quando, nel 2006, si è cominciato a registrare questa statistica. E le cose non sono cambiate all'inizio del 2012, quando malgrado il maltempo e le pessime condizioni del mare, ben tre imbarcazioni di immigrati hanno iniziato il loro viaggio verso la speranza partendo dalle coste della Libia. Una di queste barche, con a bordo 18 rifugiati somali, incluse 12 donne e una bambina, risulta dispersa in mare.Nel 2011 sono state oltre 58 mila le persone arrivate clandestinamente in Europa attraverso il Mediterraneo,superando il precedente record del 2008, quando 54 mila persone raggiunsero Italia, Grecia e Malta. Secondo la portavoce dell'Onu, le misure di controllo ai confini nel 2009 e nel 2010 avevano sensibilmente ridotto gli arrivi, ma dall'inizio del 2011, con le rivolte in Tunisia e in Libia, "la frequenza degli sbarchi è aumentata" e le cifre potrebbero essere più alte di quelle ufficialmente registrate.I racconti dei sopravvissuti, ha proseguito la Wilkes, riferiscono di persone che sono state fatte salire a bordo a forza da miliziani armati, in particolare durante i mesi di aprile e maggio scorsi in Libia e spesso i rifugiati sono stati costretti a pilotare loro stessi le imbarcazioni. La maggior parte degli arrivi si è verificata in Italia.