Quattro donne morte di parto o a gravidanza già inoltrata, con i loro bambini, nell'arco di pochi giorni, altrettanti ospedali messi sono osservazione dal ministero, che oggi ha divulgato i risultati delle ispezioni.
Le cose non sono andate come avrebbero dovuto almeno in tre casi su quattro: con l'unica eccezione del Sant'Anna di Torino, dunque, negli altri casi si sono riscontrate criticità di carattere organizzativo e clinico, lacune, mancanza di adeguata comunicazione con le famiglie dei pazienti, sottovalutazione del dolore. A Torino è morta Angela Nesta e la piccola Elisa, per una imprevedibile complicanza gestita nel modo corretto; sembra che "siano stati attuati tutti gli accertamenti necessari e tutte le manovre di emergenza sia per la rianimazione materna, sia neonatale". Diversi i casi degli altri tre ospedali. Il 31 dicembre agli Spedali Civili di Brescia è morta Giovanna Lazzari, all'ottavo mese di gravidenza . Qui sono emersi "alcuni aspetti di criticità sia di carattere organizzativo, sia clinico". Il problema dell'infezione di cui è stata vittima la donna e suo figlio probabilmente non è stato valutato correttamente, visto che il ministero chiede di migliorare questo ambito. Problemi anche per l'ospedale San Bassiano di San Bassano del Grappa, dove il 29 dicembre scorso è deceduta Marta Lazzarin, giunta al settimo mese della sua prima gravidanza: in questo caso sono risultati carenze nella "gestione dell'emergenza", sia sul fronte della comunicazione con i familiari, sia su quello della gestione del dolore. "È emersa la necessità - si legge nel comunicato del ministero - di aumentare negli operatori l'aderenza alle procedure relative alle condizioni di rischio che possono essere presenti in gravidanza, con particolare riferimento alla problematica delle infezioni". Criticità organizzative, ma anche cliniche, anche per la gestione del caso di Anna Massignan, deceduta all'Ospedale G. Fracastoro di San Bonifacio, Azienda ULLSS N. 20 di Verona.