Il Governo si prepara a rilanciare la palla sulla produttività e la crescita alle parti sociali chiedendo a loro di mettere a punto un patto su queste materie che l'esecutivo a quel punto cercherà di agevolare. L'incontro di domani a palazzo Chigi dovrebbe essere assolutamente interlocutorio, con il Governo a ribadire alle imprese quanto le risorse siano esigue e da destinare quindi solo all'appoggio di un eventuale patto tra aziende e sindacati per la crescita e l'occupazione.Per rilanciare la produttività e la competitività «è necessario che imprese e sindacati - ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti - acuiscano gli sforzi. Perchè è il momento di lavorare insieme per creare lavoro». «Ci aspettiamo che questo patto - ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera - serva a rimetterci nella Champions League della produttività. Per poi fare, come politica e Governo, tutto ciò che si può fare per appoggiarlo e renderlo ancora più efficace». Il patto «è soprattutto tra imprese e sindacati», è stata la premessa. «Se noi vedremo un impegno forte - ha concluso Passera - potremmo, anzi dovremmo, fare di tutto per facilitarlo. Per esempio con incentivi fiscali e norme adeguate».Le imprese si presenteranno al tavolo con il documento pubblicato a inizio agosto nel quale si chiede tra le altre cose la riduzione del cuneo fiscale e contributivo e di rendere strutturale la detassazione delle erogazioni per premi e straordinari (meccanismo introdotto dal Governo BerlusconI rivisto "al ribasso" dal Governo Monti riducendo le risorse). Se quindi le imprese si aspettano risposte alle proprie richieste rischiano, almeno sul fronte delle risorse, di rimanere deluse. E di fronte allo stesso invito (un accordo tra le parti) si troveranno i sindacati nell'incontro già previsto per il prossimo 11 settembre. Per mettere a punto un nuovo patto la strada dovrebbe essere quella dell'implementazione dell'accordo del 28 giugno 2011 (sulla rappresentanza e sulla possibilità per i contratti aziendali di deroghe ai contratti nazionali).La Cisl si è detta disponibile a un nuovo patto ricordando quanto è stato importante l'accordo del 28 giugno ma ha chiesto che il Governo non faccia solo "il tifoso" e metta risorse su queste materie a partire dal ripristino della detassazione sui premi e gli straordinari. La Uil sottolinea che gli esiti del confronto su produttività e crescita «appaiono del tutto incerti». Secondo il sindacato che è tornato a chiedere la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente e sui redditi dal pensione il Governo «non è stato in grado di dare quella scossa necessaria al sistema economico per puntare verso lo sviluppo».Per il numero uno della Cgil, Susanna Camusso le priorità che il sindacato presenterà al Governo nell'incontro dell'11 settembre sono provvedimenti per creare lavoro, detrazioni sulla tredicesima e riduzione delle accise sulla benzina. «Le politiche di rigore - ha avvertito - stanno alimentando la recessione».