Morire soffocati dal monossido di carbonio a causa di una caldaia guasta. Le esalazioni, causate probabilmente da impianti di riscaldamento difettosi, hanno fatto altre sei vittime dopo i casi di Capodanno: un’intera famiglia nell’Alessandrino, una coppia di anziani coniugi in Friuli e una donna a Savona.
Il bilancio più tragico nel basso Piemonte. A perdere la vita sono stati un ragazzo di 19 anni, Mattia Baroni (che, dopo aver frequentato i corsi professionali salesiani di Serravalle Scrivia era in cerca di occupazione), il padre 47enne Luca, autotrasportatore, e la sua compagna Mariangela Mele, 44 anni, titolare di un salone di acconciature, che da poco si era trasferita in quella casa. Vivevano a Vignole Borbera, in provincia di Alessandria: erano andati a letto come tutte le sere, senza potersi accorgere del malfunzionamento della vecchia caldaia a metano. E quasi sicuramente durante il sonno sono stati uccisi dalle pericolosissime esalazioni di monossido di carbonio, incolori, inodori e silenziosamente letali. A dare l’allarme, ieri, è stata la madre di Mattia, che aveva provato a chiamarlo durante tutta la mattinata e che si era insospettita per il prolungato silenzio.
A Dignano (Udine) le vittime sono due anziani coniugi, Giovanni Deganis, 77 anni, e la moglie Lidiana Cargnello, 70, uccisi dalle esalazioni sprigionate probabilmente dagli apparecchi a gas con cui veniva riscaldata la loro abitazione. La sesta vittima è una donna di 58 anni a Savona, morta nel suo appartamento: si chiamava Hayet Maatoug ed era nota in città per essere la presidentessa dell’Associazione Amici del Mediterraneo e per il suo lavoro all’ufficio anagrafe del Comune.