La signora Lina con una frase spiega
tutto: "Qui c'è un fine buono e un prodotto ancora più buono".
La maestra pasticcera Lina Iemmolo è il pilastro del laboratorio
di cioccolato della Casa don Puglisi di Modica, una struttura
d'accoglienza della Caritas che ospita 25 persone: mamme,
bambini, ragazze. Lei e le altre donne, dopo pochi anni di
attività, vendono il cioccolato della tradizione modicana in
tutto il mondo: Stati Uniti e Russia soprattutto, ma anche
Francia, Malta e Germania. "Il 20% del nostro fatturato è
rappresentato dall'estero - spiega l'amministratore Carmelo
Gintoli - speriamo di espanderci ancora".
Questa casa, diretta da Maurilio Assenza, è da ventiquattro anni
un punto di riferimento per la città, nel solco di don Pino
Puglisi, il prete di Brancaccio ucciso dalla mafia. "Nel
laboratorio sono occupate le ragazze e le madri ospiti della
struttura. È un modo per dare loro una vita, un futuro. La
solidarietà e la qualità vanno a braccetto" racconta Salvo
Garofalo, educatore sociale.
La signora Lina ha le mani nel cacao, mentre risponde a tutti e
dirige la baracca. "Nel 2005 abbiamo fondato una cooperativa e
abbiamo cominciato a vendere i nostri dolci che prima mangiavamo
soltanto all'interno della casa. Le ragazze mi danno tantissimo,
quando amano il lavoro che fanno, io mi sento gratificata", dice
sedendosi un attimo.
Il laboratorio, con il continuo rumore dei macchinari, è in
fermento: c'è chi dà forma al famoso cioccolato modicano, chi
lo impacchetta; c'è chi fa dolci tipici siciliani. Si lavora, si
lavora tanto: sono molti gli ordini da rispettare.
Qualche chilometro più in là del laboratorio, c'è il punto
vendita, nel corso principale di Modica: è un continuo via vai
di turisti. Non è un caso che il cioccolato della casa don
Puglisi sia tra i più consigliati. "Abbiamo una prospettiva:
oggi conosciamo fino in fondo un mestiere", dicono le ragazze.
All'interno della Casa le storie sono tante, ognuna con la
propria sofferenza. Ma sui volti di Daniela, Angela, Valentina e
delle altre c'è la grinta di chi la vita la guarda in faccia.
Dalle loro mani nascono dolci apprezzati in tutto il mondo e il
famoso cioccolato modicano. "Siamo orgogliose", dicono.
Dal giugno del 2012, tra le viuzze del centro storico, c'è
un'altra creatura della Casa: la rosticceria don Puglisi. Piero
Gugliotta ne è il responsabile: "Serve anche questa per dare una
possibilità a chi ne ha bisogno e anche qui non si trasgredisce,
prodotti di qualità, biologici e equo e solidali. Abbiamo
superato la fase iniziale e possiamo dire che la risposta è
molto positiva. I nostri rustici sono apprezzati sia dai turisti
che dai modicani". Nel bancone, accanto alle "scacce", una
focaccia tipica della zona, ci sono i sambusa, una specialità
africana. "Li produce una nostra collaboratrice somala. È bello
mettere accanto tradizioni lontane". Lei si chiama Hawa, è
arrivata a Modica incinta di tre mesi. Si è ambientata bene, ma
in Somalia ha lasciato quattro figli.
Intanto, la gente continua a entrare alla Focacceria don Puglisi.
Un morso alla "scaccia" e "complimenti, sono buonissime, come
sempre". "È questa la gioia più bella" sospira Piero. (Redattore Sociale)