mercoledì 7 settembre 2011
«Non esiste un'emergenza tubercolosi nel nostro Paese». Lo ha ribadito il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nel corso del question time alla Camera. Intanto il Codacons ha istruito sette azioni legali sulla vicenda.
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"Non esiste un'emergenza tubercolosi nel nostro Paese". Lo ha ribadito il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nel corso del question time, precisando che in Italia l'incidenza della malattia è stata nel 2009 di 7 casi per 100mila residenti, 4200 casi in totale, sotto il valore di PAesi a bassa prevalenza: meno di 10 casi per 100mila abitanti. Questo dato è stabile da molti anni". Il ministro ha poi voluto rassicurare "i genitori e le famiglie sul fatto che i bambini" coinvolti nel caso del Policlinico Gemelli, "già sottoposti a profilassi, non avranno conseguenze".Sono sette le azioni legali del Codacons in merito alla vicenda dei contagi di tubercolosi al Policlinico Gemelli di Roma: due class action, un'azione penale tre amministrative e una collettiva. Intanto un altro caso di positività al virus della Tbc è emerso questa mattina, in seguito a un test effettuato privatamente dai genitori di un bimbo nato a dicembre del 2010 al Policlinico Gemelli. Lo ha riferito il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, che nel corso della conferenza stampa indetta sul caso Tbc al Gemelli ha ricevuto un sms dal padre del bimbo contagiato. Le class action (già intraprese) riguarderanno da una parte i genitori dei bimbi risultati positivi ai test della tbc, dall'altra i genitori di quelli risultati negativi. Un'azione collettiva sarà intrapresa per la posizione differenziata di diverse famiglie mentre una penale riguarda un genitore che ha depositato oggi una dichiarazione di parte offesa.In merito alle azioni amministrative è' previsto un ricorso al Tar contro la Regione Lazio "per la dichiarazione di illegittimità della commissione di indagine sanitaria, epidemiologica e amministrativa sul caso e per estendere i controlli su tutti i bambini nati almeno fino ad un anno e mezzo prima dell'evento". Un altro ricorso al Tar contro la Regione Lazio sarà per il risarcimento dei danni prodotti dalla stessa Regione e dal Servizio Sanitario nazionale a causa dei mancati o insufficienti controlli. Infine, una diffida a tutte le Asl del Lazio per conoscere se e quanti controlli periodici hanno effettuato negli ultimi 2 anni nei reparti "con particolare riguardo per quelli a rischio" anche al fine di imporre controlli continui sulla salute degli operatori sanitari.
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