Oggi non è il "giorno del giudizio". Nella sala gialla del palazzo della Consulta ci sarà solo la discussione generale, ma il toto-sentenza già ha dato il suo verdetto: la Corte, filtra dal palazzo della Consulta, giovedì si esprimerà per un "ridimensionamento" della legge. Una bocciatura parziale i cui contorni sono tutti da scrivere, e i cui effetti (sulla legislatura e sui processi del premier) ancora da valutare. Ma mentre i custodi della Carta sono impegnati in una sorta di "mediazione giuridica", dal Csm arriva una batosta al premier: la prima commissione ha votato a maggioranza (contrario il laico della Lega Matteo Brigandì) un documento a tutela del pm di Milano, Fabio De Pasquale, ritenendo «denigratorio» il discorso di Berlusconi datato 3 ottobre 2010 (festa del Pdl a Milano) in cui definì «famigerato» il magistrato e parlò dell’esistenza di una «associazione a delinquere» tra le toghe. La risoluzione arriverà sul tavolo del plenum la prossima settimana.La notizia scalda l’attesa per la decisione della Consulta. Oggi ci saranno tutti i 15 giudici, compresa Maria Rita Saulle, in precarie condizioni di salute (è in base alla sua disponibilità che è stato deciso di scorporare l’esame in due date: la discussione oggi, la sentenza dopodomani). Prenderà la parola il relatore Sabino Cassese, incaricato di mettere in fila tutte le valutazioni giuridiche "pro" e "contro" la norma (Cassese assumerà anche le tesi dell’accusa, ovvero dei giudici di Milano che lavorano sui tre processi in cui Berlusconi è imputato). Poi toccherà ai legali del Cavaliere Niccolò Ghedini e Piero Longo, e agli avvocati di Stato Michele Dipace e Maurizio Borgo. Loro dovranno dimostrare che la norma non è una «mera riedizione» del lodo Alfano bocciato dalla Consulta un anno fa, e soprattutto dovranno respingere l’accusa di aver introdotto un’immunità sulle alte cariche che può passare solo attraverso una legge costituzionale. Gli esperti di conte dicono che 8 giudici su 15 non faranno sconti, e i membri della Consulta definiti vicini alla maggioranza lavorerebbero ad una mediazione: si andrebbero a toccare i "motivi" per cui premier e ministri possono chiedere il rinvio di un’udienza (escludendo impegni politici non istituzionali) e i poteri di controllo del giudice (che al momento dovrebbe eseguire il rinvio a seguito di autocertificazione della presidenza del Consiglio).Ma la risoluzione del Csm potrebbe far salire la temperatura: Berlusconi, secondo la prima commissione, non solo offese De Pasquale, ma mise in evidenza, alla luce dei tre giudizi del processo-Mills, «un accordo tra giudici di sinistra per sovvertire il voto». Poi si riferì a presunte responsabilità del pm nel suicidio, nel ’93, di Gabriele Cagliari, presidente Eni coinvolto in Tangentopoli.