martedì 14 gennaio 2025
Profughi torturati e malmenati, immagini e video choc arrivano dal carcere di Garnada; l'Agenzia Nova ha deciso di pubblicarle. Ma c'è un'altra denuncia: 600 nigeriani deportati nel Sahara
Un'immagine delle torture a cui sono sottoposti i migranti in Libia

Un'immagine delle torture a cui sono sottoposti i migranti in Libia - Agenzia Nova

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Immagini choccanti, video dell’orrore che raccontano le brutalità a cui vengono sottoposti i migranti che cadono nelle mani degli aguzzini libici. Sono le testimonianze terribili che corrono sui social e che hanno l’obiettivo di raggiungere i familiari e gli amici dei detenuti nel carcere di Garnada, situato a circa 200 chilometri a nord-est di Bengasi, torturati per estorcere denaro in cambio della libertà. Video che “Agenzia Nova” ha scelto di pubblicare, oscurando i volti delle persone torturate. Intanto più di 600 migranti del Niger sono stati deportati con la forza dalla Libia attraverso il Sahara, in quella che è considerata una delle più grandi espulsioni dal Paese nordafricano fino ad oggi.

Anche l’Organizzazione internazionale per le Migrazioni (Oim) ha confermato che 613 persone, tutte nigeriane, sono arrivate nella città desertica di Dirkou lo scorso fine settimana a bordo di diversi camion. «C’è stata l’espulsione di 400 persone lo scorso luglio, ma questo convoglio è il numero più grande fino ad oggi», ha affermato Azizou Chehou, di Alarm Phone Sahara secondo cui il viaggio attraverso la regione del Sahara tra la Libia e il Niger è stato «pericoloso e traumatizzante».

Le espulsioni giungono mentre i Paesi dell’Ue sono stati accusati di ignorare le diffuse e sistematiche violazioni dei diritti umani e gli abusi contro i migranti in Libia e allo stesso tempo cercano di ridurre il numero di persone che arrivano in Europa. «Questa è la politica di confine dell’Europa messa a nudo, esternalizzando espulsioni di massa e morte alla Libia, dove il deserto diventa un cimitero», ha detto David Yambio, portavoce dell’organizzazione non-profit Refugees in Libya.

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