Migranti soccorsi (Kontrolab)
Natale in mare per centinaia di migranti che hanno ripreso in questi giorni a partire dalle coste africane verso l'Italia. Nella notte ci sono stati tre interventi di soccorso nel Mediterraneo centrale ed un altro è avvenuto nel pomeriggio, tutti coordinati dalla Guardia
Costiera: complessivamente 370 persone sono state tratte in salvo - molti minori - mentre peggiorano le condizioni del mare.
A realizzare i salvataggi - a favore di due barchini e due gommoni alla deriva - sono stati un mezzo dell'operazione europea Eunavformed ed una nave della ong spagnola Proactiva Open arms. Difficili nel pomeriggio le condizioni in cui è avvenuto il trasferimento dei migranti soccorsi da Proactiva a bordo della nave Acquarius, di un'altra ong, Sos Mediterranee. Il mare, infatti, fanno sapere gli operatori spagnoli, era in tempesta e le onde alte fino a 5 metri.
E si rinfocola la polemica politica. "Grazie anche a Minniti e agli accordi illegali del governo italiano con la Libia - nota Andrea Maestri (Liberi e Uguali) - imbarcarsi è diventato più pericoloso e, grazie al codice Minniti che ha allontanato molte Ong dall'attività di ricerca e soccorso, più difficile trovare una scialuppa di salvataggio in mezzo al Mediterraneo".
Nonostante gli arrivi odierni, i dati degli sbarchi del 2017 indicano una flessione del 34% rispetto al 2016, l'anno record con 180mila persone giunte via mare in Italia. Quando mancano pochi giorni alla fine dell'anno, i dati del Viminale indicano in 119mila i migranti sbarcati complessivamente dall'1 gennaio.
La riduzione delle partenze è iniziata lo scorso luglio: determinanti gli accordi presi con le autorità libiche, che hanno ricevuto fondi, mezzi e l'addestramento degli ufficiali di Marina e Guardia Costiera. Nel frattempo si è aperta la via dei corridoi umanitari: 160 profughi prelevati dai centri di detenzione libici sono arrivati lo scorso 22 dicembre legalmente in Italia. Ed ha preso a marciare, dopo una partenza molto lenta, la relocation: 11mila richiedenti asilo sono stati trasferiti in altri Paesi europei.