lunedì 16 ottobre 2023
Il racconto della Migrantes di Salerno: «Cas stracolmi, non sanno dove mettere chi è appena arrivato. Così 60 profughi provenienti da Paesi “sicuri” sono stati rispediti indietro»
Migranti, è picco di irregolari: «Dopo Cutro vanno in strada»

ANSA

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«Una vicenda di sciatteria e di scarsa umanità». Così Antonio Bonifacio, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Salerno, definisce quanto accaduto martedì agli immigrati sbarcati dalla Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere giunta nel porto della città campana con 258 persone.

Applicando il cosiddetto “decreto Cutro” che accelera le procedure per le persone provenienti dai Paesi cosiddetti “sicuri”, 60 di loro provenienti da Egitto e Bangladesh hanno ricevuto in poche ore il decreto di espulsione, così come alcuni siriani che, come in altre occasioni, non hanno fatto domanda d’asilo perché intendono raggiungere altri Paesi europei e temono di non poterlo fare in base al trattato di Dublino che prevede la permanenza nel Paese in cui si fa domanda.

Tutti, col provvedimento di espulsione, sono finiti per strada. «I Cas (i Centri di accoglienza straordinaria, ndr) sono stracolmi e non sanno più dove mettere gli immigrati che arrivano - denuncia Bonifacio -. Così le autorità pensano che meno riconoscimenti d’asilo fanno e meno problemi hanno. Fanno rapidamente i decreti di espulsione. E li sbattono fuori dal cancello. Si ricollochino da soli, dicono. E loro lo fanno, ma prima finiscono in strada». Così è accaduto la sera di martedì scorso. «Ci è arrivata la segnalazione che un gruppo di immigrati era per strada nella zona industriale, vicino alla sede della Croce rossa, dove avviene la registrazione e fotosegnalazione». Il direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Salerno con un gruppo di volontari li ha così raggiunti. «Tutti giovani uomini, tra i 18 e 30 anni, ma anche qualcuno più anziano. Nessuno parlava italiano ma per fortuna con noi c’era un ragazzo egiziano che ha tradotto le loro richieste. Ci chiedevano dove erano, se potevano chiamare parenti e amici. Abbiamo dato loro da mangiare e da bere, perché non avevano ricevuto nulla».

Poi li hanno accompagnati in parte a piedi e in parte in auto fino alla stazione. «Sette chilometri, un’altra fatica. Erano distrutti. Arrivati alle 7 di mattina dopo tre giorni di viaggio». Nella stazione hanno passato la notte, almeno al riparo. La mattina alle 7 sono tornati i volontari di Migrantes. Sono stati accompagnati alla Casa del volontariato del Csv dove chi ha voluto ha potuto fare ricorso contro il decreto di espulsione, ma solo egiziani e bengalesi, mentre i siriani hanno insistito nel non fare domanda.
Poi tutti sono partiti, chi in treno, chi in bus, chi con parenti o amici. Tutti irregolari, in base alle nuove procedure del cosiddetto “decreto Cutro”, quello già tre volte “bocciato” dai giudici di Catania e Firenze. Irregolari e in strada, ad ingrossare le fila dei “fantasmi” della non accoglienza. Mentre si potrebbe fare altro e molto meglio. «Abbiamo chiesto un incontro urgente alle istituzioni - ci dice il direttore di Migrantes - perché quei 60 sono stati abbandonati. Sappiamo che era già accaduto altre volte. Dobbiamo collaborare tutti perché nessuno finisca più per strada».
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