venerdì 7 giugno 2024
Ennesimo naufragio: i cadaveri recuperati dalla Geo Barents dovrebbero essere sbarcati sull'isola. Ma il sindaco, la procura e la guardia costiera chiedono di portarli altrove.
La Geo Barents in un'operazione di soccorso nel Mediterraneo

La Geo Barents in un'operazione di soccorso nel Mediterraneo - ANSA

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I corpi di undici migranti sono stati avvistati al largo della Libia dall'aereo Seabird, di Seawatch, e sono stati poi recuperati dalla nave Geo Barents, di Medici senza frontiere, che si trovava in zona dopo aver soccorso due imbarcazioni. Alla Geo Barents è stato assegnato il porto di Genova, a più di 600 miglia nautiche dal luogo dell'intervento, dove si sta dirigendo con a bordo 165 persone e gli undici cadaveri.

Ma prima la nave farà tappa a Lampedusa per sbarcare i corpi, nonostante le criticità evidenziate dalla guardia costiera, dal procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo e dal sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino. "Non capisco con quale logica sia stato deciso di far sbarcare le salme a Lampedusa, quando sono note a tutto il mondo le condizioni della nostra camera mortuaria e più in generale le condizioni logistiche del mio territorio. Spero che le autorità preposte si ravvedano su questa decisione" ha detto il sindaco.

Critico anche il procuratore agrigentino Giovanni Di Leo: "L'isola di Lampedusa non è attrezzata per la conservazione di un così alto numero di cadaveri. Anche in questo caso, pertanto, non si comprende la scelta operata di farli sbarcare a Lampedusa anziché, ad esempio a Porto Empedocle, dove l'attracco della nave eviterebbe un trasbordo in mare".

A gestire la vicenda è la Prefettura di Agrigento. Una volta sbarcate a Lampedusa le salme dovrebbero essere trasferite tra stasera e al massimo domattina, con il traghetto di linea, a Porto Empedocle per evitare che i feretri rimangano nella piccola camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana. Ma si attendono decisioni in merito.

Il prefetto Filippo Romano, in queste ore, ha interpellato i sindaci dell'Agrigentino per reperire i posti necessari per le sepolture. Se gli spazi nei cimiteri dell'agrigentino non dovessero bastare si stanno interpellando anche i sindaci di Trapani, Caltanissetta ed Enna.

Il naufragio

Il naufragio è stato scoperto da Seawatch, che venerdì ha spiegato: «Il nostro aereo Seabird ha avvistato undici corpi senza vita al largo della Libia, non sappiamo se siano tutti parte dello stesso naufragio fantasma. Questo è ciò che accade nel Mediterraneo, anche quando nessuno lo vede».

L'organizzazione racconta poi di aver «provato a contattare una motovedetta libica, in inglese e in arabo via radio, affinché li recuperasse ma senza risposta. Per loro e per l'Ue queste persone non valgono nulla neanche da morte».

Ad intervenire è stato allora la nave Geo Barents che, come ha raccontato Juan Matias Gil, capomissione di Medici senza frontiere, era intevenuta nella notte in coccorso di una barca in vetroresina e di un gommone, la prima con 37 persone a bordo, il secondo con 109. «Ci era stato assegnato il porto di Civiavecchia - spiega Gil - due ore dopo ci mandano una comunicazione del cambiamento del porto a Genova, più di 600 miglia nautiche, mille chilometri, dal posto di soccorso». «Visto che l'aereo della Sea Watch aveva avvistato dei corpi che galleggiavano non molto lontano dalla nostra ubicazione, la Guardia costiera italiana ci ha permesso di andare a recupere i corpi».

Ci sono volute quattro ore per arrivare al punto dove si trovavano, altre quattro o cinque ore per recuperare le salme. «Nel frattempo - scrive Msf sui social - il nostro team ha avvistato dal ponte un'imbarcazione con 20 persone a bordo, che le squadre di Msf sono riuscite a salvare in sicurezza».

Per Medici senza frontiere, si assiste così «ancora una volta al risultato delle devastanti e sanguinose politiche europee in materia di migrazione e di mancata assistenza alle persone che attraversano il Mediterraneo». «Sappiamo che le persone continueranno a percorrere strade pericolose nel disperato tentativo di raggiungere la salvezza, e l'Europa deve trovare percorsi sicuri e legali per loro. Questa catastrofe - conclude Msf - deve finire».

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