L’Italia è il fanalino di coda per quanto riguarda la capacità di attrazione di studenti universitari stranieri nel nostro Paese, in cui risultano “in calo” anche le domande di richiesta di asilo. Sono due dati emersi oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale delle Migrazioni. Interrogato dai giornalisti sui motivi della mobilità minore degli studenti stranieri in Italia – dove gli studenti universitari stranieri sono 54.507, pari al 3.1% del totale, contro la media europea del 10% - mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, ha elencato tra le cause “le poche residenze universitarie presenti, di cui possono usufruire solo il 2% degli studenti stranieri, contro il 10 della Germania e il 7 della Francia, le pochissime borse di studio erogate, quasi esclusivamente da enti privati, e la mancanza di corsi in lingua, attivati solo da pochi anni, dopo il processo di Bologna”. Di qui la necessità di attrezzarsi meglio per “andare incontro ai volti di un’immigrazione giovane, istruita: un’immigrazione nuova a cui l’Italia deve portare nuova attenzione”, utilizzando anche la riforma dell’università e sviluppando di più le forme di partenariato. Grazie al progetto Marco Polo, ad esempio, i cinesi sono diventati il secondo paese per numero di stranieri presenti in Italia, dopo gli 11.500 albanesi. “Far incontrare di più la domanda e l’offerta di lavoro” ed offrire “percorsi di solidarietà sociale per andare incontro anche ai disoccupati precari stranieri”. Queste le “preoccupazioni” di Migrantes relative al decreto flussi. “Ormai – ha ricordato mons. Perego rispondendo alle domande dei giornalisti – ci sono settori di lavoro in cui è fondamentale e strutturale il bisogno di manodopera straniera, che nel 2009 è cresciuta di 147 mila unità”. C’è poi la crescita dell’imprenditoria straniera in Italia, grazie alle 25 mila imprese in più registrate lo scorso anno, con una capacità di lavoro che riguarda altre 70 mila persone. Per quanto riguarda la diminuzione delle richieste di asilo, “l’Italia è sempre stata un Paese di passaggio - ha affermato mons. Perego – e purtroppo da noi manca ancora una legge sul diritto di asilo”. Anche i respingimenti in mare, secondo il direttore di Migrantes, hanno contribuito al “crollo” delle domande. In compenso, “sempre più richieste d’asilo vengono presentati negli aeroporti, e gli sportelli appositi stanno aumentando”. L’auspicio di Migrantes e che “i luoghi di sbarco non diventino luoghi di respingimento, ma luoghi in cui la domanda venga accolta e poi accompagnata non da percorsi occasionali, ma da leggi organiche”. Sul piano europeo, l’augurio è che “non ci siano più rimpalli da un Paese all’altro”.