Polizia e migranti nel Cpr di Via Corelli, a MIlano, dopo una protesta del 2020 - Ansa
E' morto questa mattina un richiedente asilo 18enne proveniente dal Gambia, aggredito la sera del 30 aprile in pieno centro a Canelli, nell'Astigiano, sotto gli occhi dei passanti. Il giovane era ospite del Cas di Cassinasco. Immediatamente trasportato all'ospedale di Alessandria per lui non c'è stato nulla da fare. Stando alle prime ricostruzioni l'aggressione sarebbe attribuibile a un gruppo di altri richiedenti asilo, di origine pachistana, armati di bastoni e catene. Sul caso stanno indagando i carabinieri, che hanno sottoposto a fermo per omicidio il presunto aggressore.
Il fatto riaccende i riflettori sul nodo accoglienza, che il governo ha ormai affidato in toto ai grandi centri a guida prefettizia, i cosiddetti Cas, Centri di accoglienza straordinaria, mentre l'ospitalità a piccoli gruppi garantita dai Comuni sul territorio attraverso il sistema Sai è stata di fatto depotenziata. Resta poi il nodo irrisolto dei Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri, che nei piani dell'esecutivo dovrebbero essere in ragione di una struttura per ogni regione. Mentre i progetti sul territorio restano fermi, anche a causa dell'opposizione delle Regioni, si sono moltiplicate negli ultimi mesi le denunce sulla gestione di strutture "storiche", come il Cpr di Via Corelli e il Cpr di Gradisca d'Isonzo. Nei giorni scorsi il Tavolo Asilo, che riunisce associazioni del mondo laico e cattolico, aveva sottolineato diverse criticità emerse al termine di visite effettuate, insieme ad alcuni parlamentari, in 8 Cpr: oltre a Milano e Gradisca, l'inchiesta ha riguardato i centri di Roma, Bari, Restinco, nel Brindisino, Caltanissetta, Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, Macomer, nel Nuorese.
Oggi un dossier di Altreconomia torna sul tema, parlando di "sistema fuori controllo". In particolare, da documenti inediti analizzati emergono "protocolli falsi o palesemente inverosimili negli appalti milionari indetti dalle prefetture per la gestione dei Centri per il rimpatrio. Con il benestare prefettizio e il mancato controllo anche una volta siglato il contratto d'appalto. Sono appena 33 le ispezioni svolte nei Cpr italiani su un periodo di tempo che va da inizio 2019 a marzo 2024 - spiega il rapporto -. In alcune strutture, come Brindisi, Gradisca d'Isonzo e Trapani c'è stata una sola visita dei funzionari della prefettura. In altre, come a Milano e Palazzo San Gervasio i controlli crescono - rispettivamente sei e dodici - ma senza gli effetti sperati: entrambe le strutture oggi sono sotto indagine da parte delle Procure competenti proprio per le promesse non mantenute da parte degli enti gestori". Secondo l'ex membro dell'Autorità nazionale anticorruzione, la professoressa Nicoletta Parisi interpellata sui casi, affiora "un quadro estremamente preoccupante considerando che questi appalti intaccano diritti fondamentali delle persone".