La vaccinazione è importante, seguendo però le indicazioni mediche (Ansa)
I vaccini ci sono. L'allarme che ha preoccupato non pochi è infondato. Non c'è alcun problema di approvvigionamento vaccini e nessuna emergenza sanitaria in questo senso, ma anche sul fronte epidemiologico. È quanto è emerso nella riunione al ministero della Salute a livello tecnico, convocata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria, per monitorare la situazione della meningite. Ad esempio in provincia di Livorno, considerata la forte richiesta di vaccinazioni, sono in arrivo 5.000 dosi.
Nella riunione è stata anche ricordata l'importanza di seguire il calendario vaccinale e di consultarsi con il proprio medico in merito all'opportunità e alle tempistiche delle vaccinazioni. Alla riunione hanno partecipato referenti del ministero, dell'Istituto superiore di sanità, dell'Agenzia italiana del farmaco, del Comando dei Nas, di Farmindustria e della Regione Toscana.
Nel corso dell'incontro sono stati nuovamente analizzati i dati dei casi di meningite verificatisi fino ad oggi nel Paese ed è stato ribadito che, si legge in una nota del ministero, "non esiste alcuna evidenza di emergenza di sanità pubblica relativa alla meningite a livello nazionale". Per quello che riguarda la Regione Toscana, dove da alcuni anni esiste un numero più elevato di episodi di Meningococco C rispetto alle attese, "si è valutato l'andamento della casistica e concordato di proseguire con la collaborazione in atto".
La Società italiana di igiene e medicina preventiva (SItI), la Società italiana di pediatria (Sip), la Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e e la Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp) affermano che la situazione epidemiologica "è nel nostro Paese in linea con la consueta incidenza della malattia, tranne che per la Regione Toscana dove le autorità sanitarie hanno intrapreso interventi straordinari di prevenzione".
Inoltre ribadiscono la necessità di aderire alle normali campagne di immunizzazione previste dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale rivolte a bambini e ad adolescenti che rappresentano le categorie più a rischio, "mentre per gli adulti va evitato un indiscriminato ricorso ai centri vaccinali, ma vanno seguite le indicazioni delle strutture sanitarie locali e vanno eventualmente effettuate valutazioni caso per caso con il proprio medico difiducia in funzione di particolari esposizioni".