Meloni all'arrivo a Granada per il vertice della Cpe - Ansa
Difende i traguardi raggiunti in Ue sull’immigrazione, anche se «si può fare meglio». E difende ancor più l’approccio del piano Mattei per l’Africa che ha spiegato già all’’Europa, su cui «siamo a un punto d'arrivo con una norma sulla governance relativa al piano Mattei. Alla presentazione del piano ci vogliamo confrontare prevalentemente con i Paesi europei nella Conferenza che abbiamo i primi di novembre Italia-Africa e che poi io presenterò in Parlamento e porterò alle istituzioni europee». La premier Giorgia Meloni, arrivando al vertice della Cpe a Granada, conferma innanzitutto che con Olaf Scholz «abbiamo un bilaterale domani, ci siamo sentiti in questi giorni, sarà un'occasione per ragionare su come fare passi in avanti sulla dimensione esterna soprattutto». L'Italia vuole che ci sia «un approccio non paternalista» per l'Africa, «ma abbiamo bisogno di un'Europa che ci crede nel suo complesso», sottolinea, aggiugendo che ritiene che «Saied, con cui ho un buon rapporto, abbia parlato innanzitutto alla sua opinione pubblica, quello che ha detto lo comprendo. La Tunisia ha un problema che non è diverso dal nostro c'è una immigrazione illegale anche da loro».
La presidente del Consiglio si dice inoltre soddisfatta dell’accordo ragiunto ieri a Bruxelles sulla posizione negoziale sul regolamento sulle crisi migratorie, perché «è un testo che va molto più incontro alle esigenze italiane. Sono contenta del fatto che credo si sia dimostrato che siamo tutt'altro che isolati, in questa trattativa. Che, bene o male, la percezione e gli intenti dell'Europa sulla materia della migrazione stanno evolvendo verso una linea più pragmatica, di legalità, che vuole combattere i trafficanti, che vuole fermare l'immigrazione illegale e gestire l'immigrazione legale. Che è l'unico modo anche per dare alle persone una vita dignitosa». Inoltre, rispondendo ancora alle domande dei giornalisti, non nasconde che «alcuni approcci ideologici non hanno aiutato in questi giorni».
E a chi chiede a Meloni se è soddisfatta di questa Europa, lei risponde senza tergiversare: «Beh, diciamo che si può fare di meglio, sicuramente sono soddisfatta della piega che ha preso ieri il dibattito sul Patto di migrazione e asilo. Sulla dimensione esterna bisogna correre ancora di più, c'è un lavoro importante della Commissione ma i tempi sono qualcosa su cui bisogna lavorare»
Ieri nel Coreper sulla posizione negoziale del Consiglio sul regolamento sulle crisi migratorie, continua la premier, «ovviamente abbiamo dato il nostro voto, perché lo riteniamo un testo che è decisamente migliore rispetto alle regole precedenti. Ma la proposta italiana attuale non è quella di continuare a parlare di come ridistribuiamo o distribuiamo persone che illegalmente entrano in Europa. La proposta italiana è fermare la migrazione illegale. Ed è anche l'unica che può mettere tutti d'accordo» nell'Ue, conclude.
Il bilaterale con Zelensky
A margine del vertice della Comunità Politica Europa di Granada, la premier Meloni ha avuto un «cordiale» incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il presidente del Consiglio ha confermato il «continuo e convinto sostegno a 360 gradi» del governo alle autorità ucraine per la difesa delle infrastrutture critiche e per le esigenze di Kiev in vista della stagione invernale «finché sarà necessario e con l'obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura, complessiva». I due leader, poi, hanno discusso anche di come «garantire sostegno in tema di iniziativa sul grano a favore dei paesi africani che stanno affrontando una crescente crisi alimentare».