Le sezioni primavera rischiano di scomparire. A lanciare l’allarme è la Fism, la Federazione delle scuole materne non statali, che in una nota chiede l’intervento del governo. A preoccupare è il perdurante silenzio dell’esecutivo sui finanziamenti che, dal 2007 allo scorso anno, hanno garantito l’apertura di 1.600 sezioni, che hanno accolto 25mila bambini tra i 24 i 36 mesi e le loro 5mila educatrici.Ad oggi, denuncia la Fism, i fondi 2012/2013, contrariamente alle ripetute assicurazioni dei mesi scorsi, non sono messi a disposizione né dal Miur, né dal Dipartimento della famiglia, «nonostante ci fossero state autorevolissime indicazioni a voler potenziare il servizio». Anzi, ricorda la Federazione delle materne cattoliche, «risultava che i fondi fossero a bilancio».«L’attivazione delle sezioni primavera – ricorda la Fism – ha consentito una irrinunciabile risposta socio-educativa alle esigenze di molte famiglie italiane e di molte madri lavoratrici. La loro chiusura costituirebbe, oggettivamente, un danno rilevantissimo che colpirebbe soprattutto le giovani famiglie: i servizi per la prima infanzia sono fondamentali».Intanto, l’anno scolastico è cominciato e «il silenzio sui finanziamenti statali crea una precarietà insostenibile». Per questo, la Fism «chiede che il Governo, in tempi rapidi, risolva la situazione».L’allarme sulle sezioni primavera rilancia la precarietà dei finanziamenti alla scuola paritaria, che, con la statale, rappresenta uno dei due pilastri del sistema scolastico pubblico. Il quadro completo della situazione è illustrato dal mensile “Messaggero di sant’Antonio” nel numero di settembre. Secondo gli ultimi dati del Centro studi per la scuola cattolica della Cei, le paritarie sono in tutto 13.500, di cui circa 9mila cattoliche, con 727mila studenti. Per ciascuno di essi, lo Stato spende 661 euro all’anno, contro i 6.635 per un allievo della scuola statale. Il risparmio, per l’erario è quindi di 5.974 euro a studente, ovvero 6 miliardi e 334 milioni all’anno. Più di dieci volte il finanziamento statale alle paritarie, fermo a 530 milioni l’anno dal 2000, che nel 2009 è stato addirittura dimezzato, condannando molte scuole alla chiusura.