Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò accusati per la morte di due pescatori indiani, sono rientrati in India dopo il permesso speciale per trascorrere le festività natalizie in Italia. L'aereo dell'Aeronautica militare con cui erano partiti da Ciampino è atterrato a Kochi, nello Stato meridionale del Kerala, alle 7,50 del mattino ora locale, quando in Italia erano le 3,20. Ad accoglierli hanno trovato il console generale a Mumai, Giampaolo Cutillo, e decine di giornalisti, fotografi e cameramen. Come primo adempimento i due militari sono stati portati in auto alla Corte Distrettuale di Kollam, una sessantina di chilometri più a sud rispetto alla città portuale, per la riconsegna al giudice dei passaporti restituiti temporaneamente loro il 21 dicembre scorso, alla vigilia del rimpatrio. Poi il ritorno nell'albergo di Fort Kochi in cui risiedono in stato di libertà vigilata. Le condizioni imposte dall'Alta Corte statale per lasciarli rivedere casa prevedevano, oltre al versamento di un'ingente cauzione, che fossero di ritorno entro il 10 gennaio, in modo da poter essere presenti in aula al processo per martedì 15. Ci eravamo impegnati", ha ricordato ai giornalisti il console d'Italia in India, "il ministro degli Esteri italiano si era personalmente impegnato a far tornare i due marò al termine del permesso speciale, e tale impegno, fondato sull'onore del governo italiano, delle Forze Armate italiane e della diplomazia italiana, è stato mantenuto. Sono pertanto certo che il popolo indiano e il popolo del Kerala apprezzeranno l'importanza di questo gesto, che abbiamo compiuto in buona fede. Sono altresì sicuro che ciò contribuirà a far trovare una soluzione positiva alla vicenda".I due fucilieri del Reggimento San Marco erano stati arrestati il 19 febbraio 2012 per aver ucciso a colpi di arma da fuoco due pescatori, a loro dire scambiati per pirati, da bordo della petroliera Enrica Lexie, dove svolgevano funzioni di vigilanza internazionale anti-pirateria. Ora la parola passa alla Suprema Corte di New Delhi, che dovrà stabilire se la magistratura indiana abbia o meno giurisdizione sul caso.