Si ferma dopo poco più di un anno Mare Nostrum, l'operazione avviata dal Governo dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Sabato parte Triton, la missione - assai più contenuta in termini di mezzi impiegati e raggio d'azione - che innalza la bandiera di Frontex, l'Agenzia europea delle frontiere. Dall'uno novembre, dunque, non ci saranno due linee di protezione, una vicina a Libia e un'altra più vicina alle acque nazionali.
Il governo ratifica il passaggio. Proprio stamattina Il governo ha deciso il passaggio da Mare Nostrum all'operazione Triton. "Secondo quanto stabilito e convenuto assieme ai partner europei, il governo ha deciso il passaggio dalla operazione Mare Nostrum a Triton dell'Agenzia Europea Frontex. Parte, dunque, un periodo di phasing out che consenta di comunicare nel modo più vasto e corretto il cambiamento del posizionamento in mare degli assetti navali" spiega una nota di Palazzo Chigi. I dettagli riguardanti l'operazione Triton, che prenderà il via domani, e quelli relativi al passaggio da Mare Nostrum, sono stati illustrati dal ministro dell'Interno Angelino Alfano e dalla collega Roberta Pinotti, ministro della Difesa. Alfano: Europa in campo. "L'Europa per la prima volta scende il mare e sarà a presidio delle frontiere. Questo non significa che l'Italia verrà esentata dal presidio delle frontiere, ma che per la prima volta l'Europa prende coscienza che le frontiere a 30 miglia delle coste italiane è una frontiera di tutti" ha detto Alfano sottolineando che se "non ci fosse stata Mare Nostrum non ci sarebbe stata la nuova operazione di Frontex". ll bilancio di Mare Nostrum è di 58 interventi, 100.250 persone soccorse, 728 scafisti arrestati, 6 navi sequestrate, soccorse oltre centomila persone e decine e decine di migliaia salvate. Ma "queste vite umane salvate non sono state tutte quelle che volevamo salvare" ha precisato Alfano,dando le cifre più drammatiche: "499 morti durante le operazioni, 1.446 presunti dispersi, 192 cadaveri da identificare". Il ministro ha poi garantito che l'Italia non starà certo a guardare e continuerà a rispettare le leggi del mare. "Non c'è alcuna abdicazione ai doveri di soccorso e di ricerca che possa riguardare l'Italia" ha detto. Concetto ribadito da Pinotti: "Il soccorso in mare non viene meno, è il diritto del mare a chiederlo. L'Italia non si volterà indietro". Campi profughi in Africa. Alfano si è poi spinto sino ad ipotizzare un cambio radicale dell'accoglienza ai richiedenti asilo. "L'Europa ha fatto una scelta, scendere in mare. Ora occorre coraggio nel fare un'altra scelta, quella di campi profughi e di zone di accoglienza e richieste di asilo in Africa. Dobbiamo cambiare strategia come Europa e chiedere che le domande di asilo siano presentate in Africa": così il ministro dell'Interno Angelino Alfano a Palazzo Chigi.
I mezzi di Triton. Triton schiererà ogni mese due navi d'altura, due navi di pattuglia costiera, due motovedette, due aerei ed un elicottero. L'Italia contribuisce a questa flotta con quasi la metà dei mezzi: un aereo, un pattugliatore d'altura e due pattugliatori costieri. Tra gli altri Paesi europei partecipanti ci sono anche Islanda (con una nave) e Finlandia (un aereo). Il Centro di coordinamento internazionale dell'operazione è stabilito presso il Comando aeronavale della Guardia di finanza a Pratica di mare (Roma). I mezzi Frontex partiranno da due basi: Lampedusa e Porto Empedocle. Pattuglieranno il Canale di Sicilia ed il mare davanti alle coste calabresi tenendosi nell'ambito delle 30 miglia dal litorale italiano. In caso di interventi di ricerca e soccorso (Sar) potranno comunque spingersi anche oltre. Budget tagliato. Si tratta di un'operazione molto differente da Mare Nostrum, i cui mezzi arrivano fino a ridosso delle coste libiche per soccorrere imbarcazioni in difficoltà, secondo alcuni incentivando così le partenze dei migranti. Anche il budget è differente: 9,5 milioni di euro al mese per la missione nazionale, quasi 3 per quella Frontex. Triton, ha precisato Alfano, "non svolgerà le funzioni di Mare Nostrum. Costa un terzo e non è a carico solo dell'Italia, con enorme risparmio per noi. Farà - ha assicurato - ricerca e soccorso nei limiti del diritto internazionale della navigazione che impone a il dovere di soccorrere chi è in difficoltà in mare". L'appello delle Ong per l'accoglienza. Ma tra le associazioni che lavorano con i migranti c'è preoccupazione per la conclusione della missione umanitaria italiana. Unhcr, Amnesty, International, Save the children, hanno evidenziato i maggiori rischi per le traversate nel momento in cui non ci saranno più le navi italiane a prestare soccorso a ridosso delle coste libiche. Dalle associazioni arriva un appello al Governo perché non venga interrotta l'operazione Mare Nostrum. Un cartello formato da associazioni che operano nel campo dell'accoglienza ai migranti si schiera contro la decisione del Governo. Caritas, Comunità di Sant'Egidio, Save the Children italia, fra le tante altre organizzazioni, si sono date appuntamento a Roma per opporsi, in un appello, alla fine di Mare Nostrum. "Triton non fermerà né le partenze né le stragi" perché "opererà solo in prossimità delle acque territoriali, svolgerà un'azione di controllo delle frontiere ma non di soccorso" spiegano i promotori. "Chiediamo al Governo di non cedere a spinte demagogiche e xenofobe rafforzando la pressione politica su paesi perché la sostengano economicamente" recita l'appello. Fra chi ha aderito spiccano i nomi di Andrea Camilleri, Ascanio Celestini e Carlo Feltrinelli. Il rebus dei 20 dispersi. Quasi a dar corpo a questi timori, è giunta ieri la notizia dell'ennesimo naufragio al largo della Libia: almeno venti persone risultano disperse dopo l'affondamento di un gommone, secondo quanto hanno riferito 93 superstiti tratti in salvo dalla Guardia costiera.