«Chi un anno fa uccise a Cassano rinnegò il suo battesimo che è incompatibile con quel gesto di violenza e indifferenza verso gli altri». Monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all’Jonio (Cosenza) e segretario della Cei, ha ricordato domenica nel duomo della cittadina calabrese l’efferato omicidio del piccolo Nicola Campolongo, per tutti Cocò, tre anni, assassinato assieme allo zio, sorvegliato speciale, e alla sua compagna nelle campagne di Cassano. I tre corpi furono poi dati alle fiamme nell’auto in cui erano stati freddati a colpi di pistola.  Il presule ha richiamato la vicenda, che scosse l’Italia, durante l’omelia della Messa che ricordava il Battesimo di Gesù, a Cassano dedicata pure a tutte le forme di vita negata, anzitutto quelle dei bambini e delle vittime di violenza. Galantino ha citato le stragi di Parigi e in Nigeria, dicendosi solidale e idealmente in cammino per le strade della capitale francese per dire «sì» alla libertà di tutti. «Non può esistere una libertà che calpesti la sensibilità degli altri», ha aggiunto, ricordando che era in cattedrale, con bambini e ragazzi, quando gli giunse la notizia del triplice omicidio. Di loro si persero le tracce giovedì 16 gennaio ma i corpi carbonizzati furono trovati la domenica successiva da un cacciatore. Il 26 gennaio il dramma di Cocò fu citato nell’Angelus da Papa Francesco. Il quale, nella sua visita a Cassano il 21 giugno scorso, guardando negli occhi e stringendo le mani delle due nonne e del papà del piccolo, incontrate nel carcere di Castrovillari, disse: «Mai più succeda che un bambino debba avere queste sofferenze. Prego continuamente per lui, non disperate». Nonostante le promesse, tra gli altri del ministro degli interni Angelino Alfano – «prenderemo gli assassini di Cocò» –, il triplice omicidio è senza colpevoli.