Polizia e carabinieri sono sempre più determinati a ritrovare uno degli elementi ritenuti fondamentali riguardo sparizione e successiva morte del piccolo Andrea Loris Stival. Si tratta dello zainetto, scomparso una settimana fa insieme al piccolo ma che, ad oggi, non è ancora stato ritrovato. Dalla tarda mattinata di oggi le ricerche non sono più soltanto via terra ma anche dall'alto. Due elicotteri stanno aiutando le ricerche. L'ipotesi degli investigatori è infatti che lo zainetto blu
con le cinghie gialle sia stato gettato da qualche parte o
dall'assassino o da qualcuno che potrebbe averlo aiutato.La Polo nera
della mamma di Loris Stival il giorno della scomparsa del figlio
non ha mai raggiunto la scuola del bambino di 8 anni, ma è
ripresa mentre passa a 50 metri dalla strada che porta al Mulino
Vecchio, dove lo stesso giorno, il 29 novembre, è poi trovato il
cadavere del piccolo. È il 'grande fratellò di Santa Croce
Camerina, una quarantina di telecamere di sorveglianza sparse
per il paese, a svelare i dettagli agli atti dell'inchiesta
sulla morte di Loris Stival, strangolato con una fascetta di
plastica e gettato in un canalone. Come il fatto che il bambino
non arriva a scuola, ma torna a casa alle 8.32. Trascorsi 17
minuti, alle 8.49, rientra anche la madre, che esce nuovamente
36 minuti dopo, alle 9.25.
L'analisi di polizia e carabinieri dei video delle telecamere
di Santa Croce Camerina ricostruisce così la mattina della
scomparsa del bambino, come registrato dalle telecamere di
sorveglianza. Sono quattro quelle che 'guardanò il tratto di
strada indicato dalla madre nella sua ricostruzione. La donna ha
raccontato di essere transitata da via Giacomo Matteotti, nei
pressi della scuola e di aver lasciato il figlio a poche decine
di metri dall'ingresso. Ma nessuna telecamera la riprende,
mentre la vettura è visibile in immagini vicino alla ludoteca
dove Veronica Panarello lascia il bambino più piccolo.
La mamma di Loris quindi ritorna a casa, dove resta 36
minuti. Poi esce, con destinazione Donnafugata dove deve
partecipare a un corso di cucina, e l'auto è nuovamente ripresa
dalle telecamere mentre transita a 50 metri dalla strada che
porta a Mulino Vecchio, ma non si vede che direzione imbocca. A
riprenderla è una telecamera di una stazione di carburanti: si
vede l'auto "completare il curvone sulla sinistra, scomparendo
dal campo visivo della telecamera". Una telecamera in
'controcampò di un'azienda privata riprende una vettura scura
che si avvicina al Mulino Vecchio, ma la visione è sfocata e non
permette alcuna identificazione.
Dalla visione delle videoriprese emergerebbe quello che
secondo gli investigatori sarebbe un 'buco' di 15 minuti. Una
telecamera ha stabilito che la donna è uscita di casa alle 9.25.
Per raggiungere la tenuta, hanno ricostruito gli investigatori,
a un'andatura normale si impiegano circa 15 minuti. La donna,
secondo questa stima, sarebbe dovuta arrivare al corso, che
cominciava alle 9.30, non più tardi delle 9.40. La mamma di
Loris, secondo un testimone, si presenta invece alle 9.55. E
quando arriva fornisce una giustificazione che investigatori e
magistrati definiscono 'non richiestà: "scusate il ritardo -
avrebbe detto la donna - ho avuto dei problemi". A fare luce sul
'buco' di 15 minuti non sarebbe servita la perizia eseguita sul
Gps dell'antifurto satellitare che installato sulla Polo, che
non conterrebbe dati.
Resta il mistero del quarto d'ora oscurato. Ed è quello che
vuole risolvere la Procura di Ragusa. E chiarire anche se c'è
una connessione con il ritrovamento di tracce organiche,
individuate col luminol e sottoposte a esame genetico, che
sarebbero state individuate sulle forbicine trovate
nell'abitazione di Loris Stival. Gli esperti sono anche al
lavoro sulle fascette di plastica che Veronica Panarello due
giorni dopo consegna alle due maestre del bambino che la vanno a
trovare per farle le condoglianze: sarebbero infatti compatibili
con quella utilizzata per strangolare il piccolo. "Il papà di
Loris, su pressioni della mamma - ricostruisce una delle
insegnanti, Teresa Iacona - ci ha dato una confezione, aperta,
di fascette di plastica bianche, sostenendo che sarebbero dovute
servire al bambino nei lavori in classe proprio il giorno in cui
era scomparso. Siamo rimaste sorprese perché non avevamo mai
chiesto di portarle. Le abbiamo consegnate in Questura".
Le indagini proseguono, alla ricerca di riscontri. Come un
sopralluogo compiuto dalla polizia scientifica nel Mulino
Vecchio, struttura accanto al luogo del ritrovamento del corpo
di Loris, e nei locali attigui al Castello di Donnafugata. Anche
gli accertamenti medico legale non si fermano, come quelli su
presunti segni sui polsi di Loris
La famiglia non commenta le indiscrezioni. È il loro legale,
l'avvocato Francesco Villardita, uscendo da casa Stival, a farsi
loro portavoce: "Le ricostruzioni non le voglio conoscere -
afferma - fino a quando non abbiamo atti ufficiali non
esistono". "In questo momento - replica ai giornalisti che gli
chiedono delle presunte incongruenze nel racconto della sua
assistita - non sono in grado di poter rispondere alle vostre
domande perché non abbiamo comunicazioni in merito. La signora
non è indagata, è parte lesa, ma anche se lo fosse non avremmo
accesso agli atti: nulla cambia".
Fiori e messaggio vicino al canalone. "Buon viaggio, piccolo Loris! Che tu possa trovare in cielo la pace che in terra non hai avuto". È questa la frase scritta a penna su un bigliettino che, con un mazzo di fiori ed un pupazzo, è stato portato questa mattina vicino al canalone, nel posto in cui il piccolo Loris Stival è stato ritrovato senza vita alle 16,50 di sabato scorso.