Lo scrittore genovese Christian La Fauci - Facebook
Si può morire di inedia, nella più completa solitudine, estenuati dal dolore. Per aver perso tutto, il lavoro, l’amore, gli affetti più cari, ogni ragione di vita. Deve essere successo così a Christian La Fauci, 46 anni, scrittore genovese esperto di calcio britannico, deceduto alcuni giorni fa, forse i primi di luglio, a causa di un improvviso malore, nella sua camera da letto nell’abitazione di via Masina, a Marassi, dove viveva con la madre Anna Maria Giorcelli, 85enne, disabile, costretta su una carrozzina. E l’anziana donna, gravemente malata e non autosufficiente, sarebbe morta di stenti perché non c’era più nessuno che poteva accudirla e non era nemmeno in grado di dare l’allarme per la disgrazia accaduta al figlio. Una fine orribile, arrivata lentamente e sostenuta dal quel dolore silenzioso e rassegnato di chi, pure se inerme, è comunque cosciente che non può far nulla, ma proprio nulla, per chiedere aiuto e sopravvivere ancora. La signora Anna Maria dipendeva in tutto e per tutto dal figlio che si occupava di lei da quando, qualche anno fa, è venuto meno il marito. I corpi di madre e figlio sono stati ritrovati mercoledì mattina, uno di fronte all’altro, in stato di iniziale decomposizione, dopo la segnalazione alla polizia di un amico dello scrittore che da troppo tempo non riusciva a mettersi in contatto con lui e si era insospettito.
Per l’autore di Oltremanica, Bill Shankly-L’uomo di Glenbuck (la mezzala scozzese poi allenatore del Liverpool), Matt Le Tissier-Una scelta di vita (la storia del centrocampista del Southampton e presentatore tv) e Il meglio è passato, tutti volumi sul calcio “Made in England”, gli ultimi anni sono stati durissimi. «Ha faticato a rimettersi in pista», dicono quelli che lo conoscevano bene. Prima la perdita del lavoro al porto di Genova, dove aveva fatto il “camallo”, poi la fine del matrimonio, la morte dell’amato padre e l’impegno di assistere la madre 24 ore su 24, anche nei giorni difficili della pandemia. «Christian – ha scritto su Facebook l’amico Danilo Lozio – era una persona altruista che donava senza chiedere niente in cambio, se non il gusto di raccontare le cose a suo modo». Narrare vicende curiose sulla sfera di cuoio, nelle pieghe della storia ufficiale, e rendere con le parole su un foglio le emozioni che questo sport porta sempre con sè. La passione per il pallone, instillata dalla mamma, era esplosa, nel cuore di La Fauci, quando era piccolo e aveva iniziato a collezionare sciarpe di tutte le squadre del mondo. In seguito il suo amore per il football si è manifestato nella ricerca di aneddoti nel Paese dove l’arte pedatoria è nata, storie che poi venivano riversate nelle pagine dei suoi libri. Christian, un tipo taciturno e sensibile, tifosissimo del Genoa che seguiva spesso anche in trasferta, teneva una rubrica di calcio su Radio Cruijff.
La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. La polizia del commissariato genovese di San Fruttuoso interrogherà parenti e amici e farà esaminare i farmaci trovati in casa. Ma si dovrà attendere gli esiti delle autopsie per saperne di più su questa tragedia della solitudine, che spiazza e sconcerta tutti.