Il primario del Pronto soccorso del Policlinico di Bari Vito Procacci e la sua équipe durante l'emergenza Covid - Facebook
Alla fine la lettera-appello al capo dello Stato Mattarella del primario del Policlinico di Bari Vito Procacci, multato «per aver lavorato troppo» durante l'emergenza Covid, è servita. Perché proprio dal Quirinale è partito l'interessamento che ha mosso la ministra del Lavoro Calderone e poi convinto l'Ispettorato a sospendere le sanzioni comminate a lui e ad altri sanitari che nei mesi della pandemia avevano prestato servizio con turni massacranti nelle corsie del Pronto soccorso del nosocomio. Domani la stessa ministro incontrerà il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, che era intervenuto a difesa dei medici e ha giudicato la sospensione «segno di attenzione nei confronti dei professionisti, e di giusta valutazione del loro impegno quotidiano e dell'abnegazione dimostrata durante la pandemia».
Dal canto suo il primario del pronto soccorso dell'ospedale, il secondo più grande del Sud, si sente «felice e grato. È una conferma della sensibilità delle istituzioni». L'azione ispettiva esercitata, ha quindi spiegato Calderone, «è stata avviata dall'Ispettorato territoriale a seguito delle segnalazioni effettuate da un'associazione sindacale autonoma per lamentare i mancati riposi e il superamento degli orari massimi di lavoro del personale medico nel corso del 2021». Nei prossimi giorni l'Ispettorato «procederà ad ulteriori approfondimenti per valutare l'annullamento delle sanzioni comminate». Si tratta, lo ricordiamo, di una multa da 27mila euro a carico di Procacci, e di 10mila euro complessivi per i primari di una Chirurgia generale e del Centro trapianti fegato, in solido con il Policlinico stesso. Pronto ad offrire tutto il supporto «per trovare le soluzioni più idonee perché queste norme vengano rapidamente corrette, le sanzioni annullate e si ponga fine a questa paradossale vicenda» è anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci. Norme, afferma Schillaci, giuste nei loro principi, ma, sottolinea il ministro «lo Stato non può sanzionare i propri medici e operatori sanitari dopo aver loro chiesto e ottenuto un impegno straordinario in un momento di eccezionale emergenza quale è stata la pandemia da Covid-19».
Nella sua lettera Procacci aveva evidenziato che la sua struttura durante il periodo Covid ha salvato «la vita a circa 8.600 pazienti, di cui 1.600 ventilati meccanicamente». Ora il primario ringrazia: «Sono grato al capo dello Stato che è un padre oltre che difensore della Costituzione». Ringraziamenti anche alla ministra Calderone. Ma, mette in guardia: «Scontiamo pesantemente il peso di carichi assistenziali insostenibili con organici ridotti allo stremo. E nonostante tutto, spesso il nostro ruolo non è valorizzato e, a volte, offeso. Siamo ridotti al lumicino, gli organici sono ridotti all'osso». Ed è proprio questo il punto centrale della questione, come ha confermato in queste ore il presidente della Società Italiana Sistema 118 (Sis118), Mario Balzanelli: «L'emergenza turni, carichi di lavoro e personale, resta anche senza il Covid e anzi la situazione è peggiorata visto che stanno andando via molti medici e una persona lavora per quattro. Non vorremmo diventare colpevoli di atti dovuti perché pensiamo a salvare vite». Carenze soprattutto nell'emergenza-urgenza sottolineate anche dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), che chiede un incontro a Schillaci perché, spiega «è urgente intervenire sulle modalità di utilizzo dei fondi che saranno disponibili grazie alla Legge di Bilancio». Il ministro pensa positivo e rivendica le azioni (preliminari) del governo: «Abbiamo aumentato l'indennità per gli operatori e fatto sì che chi lavora di più venga pagato meglio e abbiamo fatto sì che chi lavora nel pronto soccorso sia riconosciuto come lavoro usurante, Quanto alla Manovra, 3 miliardi in più rispetto ai 2,3 miliardi già stanziati; ben 5,3 miliardi, un risultato che credo non avveniva forse da vent'anni».