domenica 26 febbraio 2012
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Caro direttore,
giorni fa ho letto di una donna del Trevigiano che ha deturpato il viso del marito, gettandogli dell’acido, perché non le passava più i soldi per il gioco. Giovedì ho sentito al tg che la Commissione Affari sociali della Camera ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva relativa agli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco, visto l’esponenziale incremento degli ultimi anni con conseguenti disastri economici per le famiglie. Il servizio è proseguito dicendo che la dipendenza dal gioco è un fenomeno estremamente grave, anche in considerazione che la cosiddetta “ludopatia” non è inserita nell’elenco delle malattie riconosciute dal Servizio sanitario nazionale che, quindi, non prevede nessuna terapia idonea per la cura.
Appena terminato il tg è partita la pubblicità, con lo spot che ripeteva “Giocare ti migliora la vita” e altre belle parole, solo alla fine appare velocemente la scritta “Gioca il giusto”. Ma non stridono tra di loro queste due cose? Come è vietata la pubblicità per le sigarette non sarebbe opportuno vietarla anche per il gioco e forse per gli alcolici? O gli introiti che con il gioco vanno a finire nelle casse dello Stato, autorizzano a rovinare tante persone e tante famiglie?
Annamaria De Grandis Castelminio di Resana (Tv)
 
Il suo, cara signora De Grandis, è un resoconto di grande forza comunicativa. E le domande che lo concludono sono assolutamente legittime. Motivate da un allarme crescente e da una contraddizione – dello Stato e nello Stato – sempre più evidente. Il presidente della Cei, appena ieri, è tornato a ribadirlo con appassionata efficacia. Personalmente trovo quasi incredibile che l’Italia sia diventata un Paese dove, sull’onda di una campagna politico-mediatica truffaldina e nonostante le opportune intenzioni chiarificatrici di chi ci governa, si arriva a mettere in discussione (e addirittura a insultare su giornali che le presentano come “affari” e strumenti di accumulazione di privata ricchezza) fior di attività assistenziali ed educative senza fini di lucro e non si discute ma si continua a incentivare attività tese ad allargare e propagandare scommesse e affini. Mi sembra uno scandalo enorme. L’azzardo non è mai un vero gioco; può provvisoriamente migliorare i conti di qualcuno (o di qualcosa), ma mai cambia e migliora la vita.
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