giovedì 6 giugno 2024
È proprio “lavoro” il termine più utilizzato nelle pagine dedicate alle elezioni europee sui siti delle principali forze politiche. Da quello povero all'occupazione femminile, le proposte in campo
Giovani elettricisti al lavoro

Giovani elettricisti al lavoro - Siciliani

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È uno dei termini più utilizzati nei programmi elettorali delle liste in corsa per le elezioni per rinnovare il Parlamento Ue. Non c’è partito, infatti, che abbia escluso la parola “lavoro” dalle priorità indicate per la prossima legislatura europea.

Nel manifesto di 20 pagine di Fratelli d'Italia “per l’Europa dei popoli, della libertà e delle identità” il primo capitolo è intitolato proprio “L’Europa del lavoro”. La linea politica del partito guidato da Giorgia Meloni prevede di «investire sulle imprese e sulla formazione per creare occupazione». Nel testo si delineano obiettivi da perseguire, pur senza fare riferimenti specifici a direttive da portare avanti: «Vogliamo incentivare l’occupazione e la competitività nell’Unione Europea attraverso politiche attive del lavoro e la creazione di un ambiente favorevole alla crescita delle realtà produttive – si legge –. Sarà possibile liberare le energie delle imprese europee semplificando le procedure, riducendo la burocrazia e le limitazioni imposte dall’Europa».

Il contrasto al lavoro povero è uno dei pilastri del programma del Partito democratico. «“Lavoro” e “povero” non possono più stare nella stessa frase – si legge –. In Italia sono oltre 3 milioni le lavoratrici e i lavoratori che percepiscono una paga oraria inferiore ai 9 euro». Proprio per rispondere a un’emergenza sempre più diffusa, il partito guidato da Elly Schlein propone di rendere permanente il Sure (lo strumento che ha protetto l’occupazione durante il Covid) «per accompagnare e proteggere lavoratrici, lavoratori e imprese nelle transizioni digitale ed ecologica». Dando seguito alla risoluzione del Parlamento europeo si chiede che la nuova Commissione si impegni a presentare una direttiva sul reddito minimo.

Anche il programma del Movimento 5 Stelle si concentra sulle proposte per ridurre il lavoro povero, in una visione ampia per costruire «un’Ue sociale che metta al centro il cittadino». «L’obiettivo di far uscire dalla povertà 15 milioni di cittadini europei entro il 2030 non potrà mai essere raggiunto senza una direttiva sul reddito di cittadinanza – è scritto nel programma -. La direttiva deve stabilire i criteri dei redditi minimi che tutti gli Stati devono adottare». Non a caso il M5s propone l’adozione di un salario minimo legale europeo calibrato sulle specifiche condizioni dei singoli Stati membri.

Forza Italia chiede un maxi piano di investimenti per l‘occupazione europea di qualità. Per il partito guidato da Antonio Tajani occorre «favorire la mobilitazione di risparmi privati e contrastare la disoccupazione giovanile e femminile, tutelando la maternità». Si propone anche la creazione di «un lasciapassare europeo per la sicurezza sociale» al fine di incentivare la mobilità del lavoro. La garanzia di un buon reddito per i lavoratori passa «da settori produttivi competitivi e prosperosi».

Uno dei capitoli del programma della Lega di Matteo Salvini si intitola “Fine delle politiche di austerità: aumento del potere di acquisto e piena occupazione”. «In uno scenario di riforma dei trattati che possa coinvolgere anche la Bce – si legge –, sarebbe necessario definire come “primari” per essa gli obiettivi di crescita economica e di piena occupazione, al pari del principale obiettivo attuale della stabilità dei prezzi, al fine di consentire la conduzione di politiche monetarie più equilibrate e meno dannose per cittadini e imprese».

Per la lista Stati Uniti d'Europa, che riunisce vari partiti tra cui Italia Viva di Matteo Renzi e Più Europa di Emma Bonino, servono «politiche mirate a promuovere l’imprenditoria giovanile». È necessario, inoltre, «andare verso un mercato europeo unico del lavoro per superare le barriere nazionali alla mobilità dei lavoratori, al riconoscimento dei titoli di studio, all’accesso alle professioni».

Si chiede «un’Europa fondata sul lavoro» nel programma di Alleanza Verdi Sinistra. Vi sono inserite varie proposte, tra cui, l’introduzione di un quadro europeo che promuova l’aumento dei salari e un’azione più incisiva a livello Ue per eliminare il divario retributivo di genere. Si punta anche all’adozione di «una direttiva per indicizzare i salari all’inflazione in tutti gli Stati membri».

Nel programma di Azione invece, di cui fanno parte il partito di Carlo Calenda e formazioni politiche di area liberista, si propone il finanziamento a livello europeo di strumenti per la formazione permanente dei lavoratori. «È indispensabile – si aggiunge – la fondazione di un nuovo sistema di welfare 4.0 che comprenda anche il sussidio di disoccupazione europeo».

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