lunedì 1 dicembre 2014
Continua la lotta delle 37 lavoratrici Igea. Attesa per l'incontro di domani tra sindacati e Regione. Rete di solidarietà di parenti e amici che portano cibo e rifornimenti. Ieri Messa del vescovo sul piazzale davanti alla galleria occupata.
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Fatica, preoccupazione e attesa per l'incontro di domani tra sindacati e Regione. Ma anche una certezza: la lotta delle 37 lavoratrici Igea continua. Questa mattina, dopo la terza notte di occupazione nel piccolo accampamento all'interno della galleria Villamarina di Monteponi, a Iglesias, le dipendenti dell'azienda hanno ricevuto la visita dei sindaci del Sulcis. C'erano tra gli altri i primi cittadini di Carbonia e Iglesias Giuseppe Casti ed Emilio Gariazzo. E, da Villmassargia, Franco Porcu, portavoce del movimento dei sindaci. Una rete di solidarietà che non si spezza: continua il via vai di amici, parenti e conoscenti che portano cibo, bevande e i generi di prima necessità per andare avanti nella battaglia. C'è anche una giovane donna con un bambino di otto mesi tra le lavoratrici asserragliate Il  pensiero è rivolto soprattutto all'incontro di domani: attraverso i sindacati i lavoratori cercano dalla Regione risposte sugli stipendi arretrati, i quattro "congelati" nel concordato, più gli ultimi due per i quali erano anche stati fissati i giorni di pagamento, il 20 e il 30 novembre. Ma soprattutto si guarda più in là: le lavoratrici vogliono sapere se la Regione ha intenzione di puntare ancora su Igea. Dall'assessorato all'Industria sono arrivate in questo senso ampie rassicurazioni: rilancio sì ma a patto che i conti siano e restino sempre a posto. Ma i lavoratori chiedono atti concreti, documenti, scadenze certe per tutti: nel Sulcis Iglesiente, ma anche a Furtei e a Lula.La Messa. Ieri alla messa che il vescovo di Iglesias, Giovanni Paolo Zedda, ha celebrato nel piazzale della chiesetta di Santa Barbara, davanti alla galleria occupata, c'erano un centinaio di persone. Un numero che non testimonia appieno la solidarietà verso una causa così alta. "La solidarietà lascia spazio all'egoismo e alla rassegnazione", ha detto il vescovo.
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