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«L’uso delle nuove tecnologie nelle vite dei ragazzi e dei bambini non va demonizzato, ma va governato con consapevolezza per consentire ai ragazzi di fruire delle molte opportunità offerte dalla rete, in condizioni di sicurezza», ha detto Giacomo Lasorella, presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom), al convegno "Ci arriva anche un bambino" promosso da Telefono Azzurro in Occasione del “Safer Internet Day 2024”. E ancora: «Fenomeni drammatici come il grooming, il cyber bullismo, il revenge porn, il coinvolgimento in giochi mortali hanno infatti in comune, pur nelle loro differenze, l’esposizione del minore a effetti fortemente lesivi».
Molti effetti di tutto questo «sono fortemente distorsivi per la formazione e per il complessivo processo cognitivo dei minori», effetti che «poi si amplificano in misura esponenziale quanto più piccoli ne siano i fruitori». Così – ha concluso Lasorella - «stabilire la soglia di accesso autonomo dei minori alla rete diviene tema cruciale per impedire i rischi della solitudine digitale». E il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in un videomessaggio ha sottolineato l’impegno del governo in prima linea nell’adottare una visione antropocentrica delle nuove tecnologie al fine di tutelare la persona, priorità «anche in vista della presidenza italiana del G7».
Non si può dimenticare l'intelligenza artificiale, che «potrebbe costituire un'opportunità di progresso in diversi settori, tra cui la ricerca scientifica» - come ha spiegato in un messaggio il presidente della Camera, Lorenzo Fontana -, ma che induce «preoccupazioni sui rischi che ne potrebbero derivare, specie per quanto riguarda la protezione dei minori. È, dunque, sempre più urgente l'acquisizione di una piena consapevolezza delle conseguenze e dei pericoli nell'ambiente digitale, soprattutto se si tratta di utenti vulnerabili come i bambini e gli adolescenti».
Infine, «occorre lavorare su tre principi fondamentali – ha detto Ernesto Caffo, presidente di Telefono azzurro –. Partire dalla protection per garantire a bambini e adolescenti di essere al sicuro da impatti dannosi o discriminatori dei sistemi di intelligenza artificiale». Poi, «attraverso la provision, indirizzare i ragazzi verso contenuti appropriati. In ultimo, tramite la participation, utilizzare le tecnologie nelle loro declinazioni positive». Ma tutto questo è possibile «se e solo se tutti i soggetti in campo prendano reale consapevolezza del valore di questa sfida».