Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non ha alcuna intenzione di chiedere che cambino le regole di ingaggio dei militari italiani in Afghanistan anche se l' operazione militare in cui è rimasto ucciso Matteo Miotto si è conclusa con l'intervento di un aereo militare americano che ha sganciato una bomba, americano perché quelli italiani non possono avere ordigni a bordo.«Di questo avevamo già parlato - ha detto La Russa durante una conferenza stampa nella sede dell'Aeronautica militare a Milano -. Il Parlamento non era tutto d'accordo e io ho preferito la condivisione sulla missione». Anche perché da questa scelta, ha assicurato il ministro, «non deriva minore sicurezza ai militari che possono chiedere l'intervento americano come hanno fatto in questa occasione».Il conflitto a fuoco in cui è morto Miotto è durato circa mezz'ora. Un tipo di conflitto che capita con una certa frequenza. Il caporalmaggiore italiano è morto dopo una decina di minuti dall'inizio, colpito dall'arma di un cecchino, un fucile militare sovietico degli anni '50. E se è vero che fino a poco tempo fa, come ha osservato il generale Mauro Del Vecchio (ora senatore del Pd), non c'erano cecchini, ora non è più così. «I cecchini sono una new entry - ha concluso -. L'intelligence ha rilevato la possibilità che nella zona di Farah queste armi siano vendute al mercato nero, ma da poco tempo».
I RITARDI NELLE COMUNICAZIONI«È la prima volta che c'é un ritardo e sarà anche l'ultima». Il ministro della Difesa riconferma la piena fiducia ai vertici militari e sottolinea che nel dare la notizia della morte dell'alpino Matteo Miotto, ucciso in Afghanistan il 31 dicembre scorso, «nessuno ha mentito al ministro». La Russa ha spiegato di non essersi arrabbiato con i vertici militari perché inizialmente era stato informato solo del fatto che Miotto era stato ucciso dai colpi di un cecchino, e non che questo era avvenuto durante un conflitto a fuoco durato circa mezz'ora. «Mi sono un po' arrabbiato con me stesso - ha sottolineato - perché non ho potuto dare immediatamente alla famiglia e all'opinione pubblica italiana tutte le informazioni». La Russa è però convinto che questo non accadrà mai più. Il ministro La Russa ha voluto evitare le polemiche ed è tornato a sottolineare la sua «fiducia, stima e gratitudine» per le forze armate e i loro vertici. «L'eccellenza delle forze armate - ha detto - parte dalla qualità dei nostri alti gradi». Quindi nessuna arrabbiatura quanto piuttosto «un richiamo affettuoso - ha spiegato La Russa - a essere consapevoli che l'Italia capisce quello che i militari stanno facendo e che non c'é bisogno di una pillola indorata perché la piena trasparenza è un titolo di merito».
SE OPPOSIZIONE VUOLE PARLO A CAMEREDell'invito alla trasparenza fatto alle forze militari dal ministro della Difesa «l'opposizione dovrebbe essere contenta» secondo lo stesso Ignazio La Russa. «Se mi chiederanno di riferire al Parlamento, lo farò - ha aggiunto -. Credo che non l'abbiano ancora fatto perché sono in vacanza. Io in vacanza non ci sono».