Con un nuovo sbarco registrato questa notte a Lampedusa, è salito a circa 1.700 il numero di persone arrivate dalla Tunisia da domenica sera, come riferisce la Guardia costiera. "Intorno alle 18 di ieri eravamo sui 1.400, poi è arrivato un barcone con a bordo 220 persone. E questa notte è arrivata un'altra imbarcazione con 83 migranti", spiega l'ufficio stampa della Guardia costiera, precisando che per il momento non ci sono nuove segnalazioni. Alcune delle barche sono arrivate da sole fino alle coste, altre sono state intercettate in mare dalla Guardia costiera, che ha preso a bordo i passeggeri.Da metà gennaio sono quasi 9.000 i migranti giunti sulle coste italiane dopo che in Tunisia è stato destituito il presidente Zine al-Abidine Ben Ali. Questa mattina è attesa la visita a Lampedusa del Prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, commissario straordinario per l'emergenza immigrati.Caruso incontrerà il sindaco Bernardino De Rubeis e i rappresentanti delle forze dell'ordine, tra cui il Questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, arrivato ieri sera a Lampedusa. Poi, il Prefetto andrà anche al Centro d'accoglienza di contrada Imnbriacola che al momento ospita oltre 1.200 migranti.Ieri il ministro Maroni aveva parlato di un ritorno di quelle "organizzazioni criminali che operavano prima in Libia e che facevano partire da lì i clandestini».In uno dei barconi giunto ieri a Lampedusa c'era anche una donna tedesca. Tina Rothkamm, 40 anni, originaria di Monaco, e sua figlia, di nove, hanno deciso ad agosto scorso che non c'era altro modo per sfidare il divieto di espatrio imposto alla bambina dalle autorità tunisine. Il padre della bambina, dopo la separazione dalla moglie tedesca, aveva portato con sé la figlia, impedendo alla madre di condurla con sè in Germania. "Sono felice - ha detto Tina ieri sera, improvvisando una conferenza stampa in un hotel di Lampedusa, dove è stata trattenuta insieme alla figlia dopo avere passato la mattinata al Centro di accoglienza -, stiamo imboccando una nuova strada per trovare fiducia nel futuro". La donna ha detto che "non è stato facile prendere questa decisione, ma dopo che più volte ci hanno respinti alla frontiera tunisina, nonostante i documenti in regola, anche i miei avvocati mi hanno detto che non c'era altra possibilità legale per andare via dal paese". Tina, sorridente, con accanto la bimba, "che parla arabo e mi ha fatto da interprete", dice di non aver mai avuto paura durante la traversata: "siamo stati venti ore su una barca con oltre cento persone, e tutti sono stati estremamente gentili con noi. L'unico rischio che correvamo era quello il naufragio, ma dei miei compagni di viaggio mi sono sempre fidata".