venerdì 7 settembre 2012
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​«Le morti in mare di intere famiglie, bambini e giovani, in fuga dalla guerra e dalla povertà sono una delle peggiori tragedie dei nostri tempi che si preferisce non vedere», afferma la portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati dell'Onu (Unhcr), Laura Boldrini.  In base alle stime dell'Unhcr nel corso del 2012 sono arrivate in Italia circa 7mila persone, mentre lo scorso anno (anche a seguito delal guerra in Libia e alle proteste della primavera araba) ne erano arrivate 50mila. «Ma anche a fronte di una tale significativa riduzione - aggiunge Boldrini- secondo le nostre stime, il numero dei morti e dispersi in mare nel tentativo di raggiungere l'Europa è quest'anno di 283 persone». Provati fisicamente e fortemente scossi per il dramma vissuto dopo esser rimasti in acqua per ore cercando di raggiungere a nuoto l'isolotto di Lampione. Queste le condizioni dei cinque minori non accompagnati che risultano al momento presenti tra i migranti tunisini superstiti del naufragio avvenuto ieri nelle vicinanze di Lampedusa, come hanno riferito agli operatori di Save the Children che forniscono supporto ai minori e ai bambini presso il CPSA di Contrada Imbriacola dall'inizio della ripresa degli sbarchi . «Siamo addolorati per la vittima e i dispersi del tragico naufragio avvenuto a Lampedusa, e ci stiamo adoperando per fornire supporto in particolare ai minori superstiti, tra i più vulnerabili», ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.Per garantire maggiore sicurezza ai migranti che attraversano il Mediterraneo a bordo di imbarcazioni spesso fatiscenti è indispensabile che «le autorità nazionali e internazionali facciano ogni sforzo per rinforzare e moltiplicare le iniziative di prevenzione e di sicurezza in mare», sottolinea Neri. Ma soprattutto «deve essere immediatamente revocata la dichiarazione di "porto non sicuro" per Lampedusa al fine di garantire a tutti i migranti immediato soccorso e prima accoglienza».«Ancora una volta il dolore di un'umanità in fuga fa clamore solo quando è troppo tardi», è il commento di padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli di Roma, associazione che si occupa dell'accoglienza dei rifugiati. «Sono mesi ormai che giungono continue e insistenti notizie di violazioni di diritti umani in Libia e si sa che sono migliaia le persone che aspettano solo l'occasione per affidare la vita a trafficanti senza scrupolo pur di giungere in Europa.Poniamo fine a questa ecatombe», esorta il sacerdote. La tragedia di Lampedusa, infatti, si aggiunge al naufragio avvenuto ieri al largo delle coste della Turchia: almeno 58 delle persone a bordo (tra cui molti bambini) sono morti. 
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