giovedì 7 aprile 2011
Sono riprese all'alba nel Canale di Sicilia le ricerche dei dispersi del naufragio di ieri notte, quando a 39 miglia da Lampedusa si è rovesciato un barcone con a bordo circa 300 migranti, di cui solo 53 sono stati salvati. In mare sono usciti una motovedetta della Guardia costiera, un pattugliatore navale maltese e in volo si alternano due aerei della Capitaneria di porto. Più tardi si alzeranno in volo anche un elicottero e un aereo della Guardia di finanza.
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Sono riprese all'alba nel Canale di Sicilia le ricerche dei dispersi del naufragio di ieri notte, quando a 39 miglia da Lampedusa si è rovesciato un barcone con a bordo circa 300 migranti, di cui solo 53 sono stati salvati. In mare sono usciti una motovedetta della Guardia costiera, un pattugliatore navale maltese e in volo si alternano due aerei della Capitaneria di porto. Più tardi si alzeranno in volo anche un elicottero e un aereo della Guardia di finanza. Intanto, è rientrata a Lampedusa la nave Flaminia, che ieri aveva raggiunto l'area in cui si è consumata la tragedia per contribuire alle ricerche degli eventuali superstiti. Ma le speranze di ritrovare qualcuno ancora in vita sono ridotte al lumicino. «Non bisogna comunque lasciare nulla di intentato - dice il comandante della Guardia costiera, Pietro Carosia - la nostra speranza è sempre quella di trovare un naufrago, magari aggrappato ad un pezzo del relitto». Non è cominciato per ora invece il recupero dei cadaveri e, fanno sapere alla Capitaneria di porto, si attendono già in mattinata disposizioni per iniziare le operazioni. In 300, forse di più, fanno naufragio a 39 miglia dalla costa di Lampedusa quando sono circa le due. La Guardia costiera ne salva 53, un peschereccio ne prende a bordo 3: tra loro due donne, una incinta all'ottavo mese. Gli altri sono ancora lì, corpi sbattuti tra le onde che raggiungono 4 metri. Non doveva finire così la storia di questi profughi partiti dal porto libico di Zuwarah. Il mare era l'ultima tappa di un viaggio cominciato dall'Africa sub-sahariana e durato mesi, se non anni. E invece la loro barca, un legno di 13 metri, non ha retto. Quando a bordo hanno visto il mare gonfiarsi, gli immigrati hanno capito che era finita. Da un telefono satellitare hanno chiamato le autorità di Malta - competente per i soccorsi in quell'area - che hanno comunicato l'emergenza ai colleghi italiani. Due motovedette della Guardia costiera sono subito salpate, mentre l'area veniva monitorata da elicotteri e aerei. INFORMATIVA DEL MINISTRO MARONI ALLA CAMERADall'1 gennaio ad oggi ci sono stati 390 sbarchi in Italia con complessive 25.867 persone arrivate, di cui 23.352 sulle isole pelagie: circa 21 mila i sedicenti tunisini provenienti dall'area sud, nei porti di Djerba e Zarzis. Dalla Libia sono giunti 10 natanti e 2.300 migranti, quasi tutti somali o eritrei. Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso di un'informativa alla Camera.Il naufragio del barcone nella notte di ieri «è avvenuto in acque maltesi, ma le autorità di quel Paese hanno chiesto il nostro intervento e lo abbiamo fatto subito». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso di un'informativa alla Camera, sottolineando che in passato c'è stata «una forte disputa tra autorità maltesi e italiane. È un problema che rimane aperto».Si stanno intensificando le partenze di migranti dalle coste libiche: «Ci sono segnali di ripresa che ci fanno pensare che possa intensificarsi il flusso di persone provenienti da paesi subsahariani, che fuggono da guerre e terribili condizioni umane e possono esser ricomprese nella categoria dei profughi», ha detto il ministro.Sarà concesso un permesso di soggiorno temporaneo ai migranti che hanno rappresentato l'intenzione di andare in un altro Paese europeo «e sono la stragrande maggioranza». Ha aggiunto Maroni.Bagarre in Aula per un cartello «Maroni assassino» esposto dall' Idv Zazzera: Pd si dissocia, Di Pietro si scusa a nome del gruppo.
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