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La donna dietro la premier, con tutte le difficoltà del caso quando si è madri. Ma anche gli obiettivi di governo a favore delle lavoratrici italiane, specie per la conciliazione con gli affetti e i bisogni familiari. Giorgia Meloni, con una certa dose di astuzia politica, sceglie il magazine “rosa” Donna moderna per dare visibilità a una parte meno ruvida di se stessa e allo stesso tempo rivolgersi all’elettorato femminile. Un tentativo azzeccato, tutto sommato, che alla fine risulta anche piuttosto riuscito.
«La vita – dice la presidente del Consiglio – è diventata più frenetica, ma non meno entusiasmante. Servire la Nazione è un privilegio che va onorato ogni giorno con tanto lavoro, dedizione e senso di responsabilità. Certo questo ha reso ancor più complicato riuscire a conciliare famiglia e lavoro, ma cerco di mettercela tutta per ritagliarmi più tempo possibile per stare con Ginevra. A volte riesco di più, altre meno, ma ho la fortuna, che tanti in Italia non hanno, di poter contare su persone che mi danno una mano».
Immancabile un riferimento al compagno («Andrea è un padre straordinario e attento, sa arrivare dove io non riesco»), come pure alla sorella Arianna e alla «tata Betty», che assieme all’assistente Patrizia, «fanno i salti mortali » per aiutarla. La giornata tipo a Palazzo Chigi, invece, è «un po’ come essere dentro un frullatore. Non ci si ferma mai» ed «Enrico Mentana la definirebbe una maratona». Il rischio ovviamente è «quello di essere completamente assorbiti senza lasciare spazio a se stessi e alla famiglia». Per questo il capo dell’esecutivo fa «il possibile per accompagnare figlia a scuola e per tornare a casa alla sera per metterla a dormire. Leggerle i libri, giocare e parlare prima che si addormenti».
Anche «saltando il pranzo» se necessario. «Purtroppo – prosegue – viviamo in un modello sociale che finora non ha considerato la genitorialità come un valore aggiunto o una risorsa, ma come una penalità» e questo «finisce per incidere in modo più pesante su chi è donna». «Bisogna invertire questa tendenza – è la promessa finale – sostenere il lavoro femminile, incentivare le imprese che assumono donne e sostenere tutti gli strumenti di conciliazione vita-lavoro. Se non torniamo a produrre Pil demografico, l’Italia è destinata a scomparire».