giovedì 2 ottobre 2014
​L'intervista al ministro: natalità sotto zero, «urgenti risposte politiche».
Acli: familiari a carico, alzare il limite di reddito I Per la crisi 62mila nati in meno 
Oltre l'inverno demografico di Massimo Calvi
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​​​Abbiamo perso sessantaduemila bambini. Sono i figli non nati dal 2008 al 2013 a causa (anche) della crisi. Quel calo demografico che ci relega sempre più nel girone dei Paesi vecchi e senza energie per il futuro. Secondo il Censis abbiamo due record negativi, i figli non nati e le mamme più attempate: due fenomeni che si tengono per mano, visto che l’infertilità è proporzionale all’età della donna... «Eppure dall’indagine del Censis risulta che tra le cause di infertilità nessuno degli intervistati indica la prima, cioè l’età», sottolinea Beatrice  Lorenzin, ministro della Salute, «vuol dire che c’è una ignoranza diffusa su cui dobbiamo agire». Proprio oggi avete presentato un Piano nazionale per la fertilità, riconoscendo nella denatalità una piaga nazionale. A cosa punta? Informare i giovani su questi temi è diventato prioritario: non si tratta di teoria ma di scelte che determinano la vita. Per due generazioni ci hanno insegnato che prima bisogna sistemarsi, che per i figli c’è sempre tempo, ma questo è il grande inganno. Anche se il problema va ben oltre l’infertilità: 62mila bambini in un quinquennio, un’intera città mai nata... Infatti noi come Sanità partiamo da questo gruppo di lavoro, ma è solo il primo passo su cui poi si dovranno innestare altre proposte di politiche attive, sgravi fiscali, aiuti alle famiglie con figli. Io da parte mia lavorerò per rimodulare i ticket sui farmaci per le famiglie numerose: presenterò un piano sanitario interdisciplinare, poi chiederò ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico di aiutarci a mettere gli altri mattoncini del Lego... Non a caso la Francia, dove il quoziente familiare funziona dal dopoguerra, ha una felicissima natalità, così come la Gran Bretagna. Sono Paesi che hanno puntato sulle politiche familiari, sul sostegno alla genitorialità, non solo delle madri ma anche dei padri, su politiche del lavoro lungimiranti. Noi oggi siamo in fase di contrazione economica e dobbiamo fare delle scelte, e la famiglia per me è la scelta, da lì parte la rinascita del Paese. Perciò ho pensato a questo gruppo di lavoro fin da quando mi sono insediata, e vi partecipano ginecologi, pediatri, farmacisti, insegnanti, giornaliste, psicologi dell’adolescenza, sessuologi, economisti e giuristi, con l’obiettivo di informare due categorie, i giovani e la classe medica. Come ministero della Salute per noi è fondamentale lavorare subito su due fronti: primo, la fertilità è preservata nei modelli di vita degli adolescenti? Sanno che le malattie sessualmente trasmissibili rendono infertili? E secondo, sono consci della curva della fertilità? Oggi siamo tutti così giovanili esteriormente che ci illudiamo di fermare l’orologio biologico, ma se a 35 anni ti accorgi che per diventare madre è tardi e nessuno ti aveva avvisato è un dramma. Ecco quindi il ricorso alla fecondazione assistita... Che però risolve solo il 30%, se va bene. L’eterologa, poi, è un caso estremo... L’86% degli italiani dice no all’utero in affitto, il 91% alla scelta eugenetica del sesso del nascituro, il 60% alla fecondazione eterologa... E solo un 29% darebbe un figlio a una coppia omosessuale. Dati che sottolineano lo scollamento tra l’opinione pubblica e le ideologie. Non me li aspettavo neanch’io. Secondo me nelle persone prevalgono il buon senso e l’aderenza alle proprie esperienze: non c’è una persona fuori dalle Aule del dibattito che mi abbia detto di essere d’accordo con la scelta eugenetica del colore dei capelli o degli occhi... Se manteniamo il bambino al centro del nostro dibattito, il buon senso prevale sempre. Una battuta sulla Terra dei Fuochi: davvero il picco di tumori è dovuto a stili di vita sbagliati? Non ai roghi e agli sversamenti? Io parlavo della Campania, dove la prima causa di morte sono gli stili di vita: alimentazione grassa, nessuna attività fisica, alcol e tabagismo. C’è una percentuale allarmante di bimbi obesi, e qui i roghi non c’entrano. Invece nella Terra dei Fuochi a tutto questo si sommano anche roghi e sversamenti, e per questo ho stanziato 50 milioni di euro per fare lo screening di massa, ora in avvio. Inoltre monitoro personalmente tutti i campionamenti dei terreni e dei prodotti agricoli... Occorre un’enorme campagna di prevenzione, con la collaborazione dei cittadini, che denuncino ogni rogo e ogni illegalità.
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