Si allunga la lista degli indagati nell’inchiesta sul giro di prostituzione che secondo i pm di Milano è stato messo in piedi intorno al presidente del Consiglio. E si allunga anche la coda di polemiche scatenate dall’indagine. Dopo le accuse ai pm formulate via tv da Berlusconi, il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati ha reagito con una nota. «La procura della Repubblica di Milano – ha voluto far sapere il capo dei magistrati inquirenti – prosegue nel suo lavoro quotidiano, in piena serenità, nel saldo riferimento ai principi costituzionali». Qui il rimando è netto. Berlusconi, lascia intendere Bruti Liberati, sarà perseguito come chiunque altro sia indagato di «prostituzione minorile». Perciò nella nota vengono riepilogati il principio «dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge (art. 3 della Costituzione), dell’obbligatorietà dell’azione penale (art. 112), della presunzione di non colpevolezza (art. 27)». Poi una sottolineatura: «Sono tuttora in corso attività di indagine ai sensi degli articoli 326 e 358 del Codice di procedura penale». Un’annotazione tecnica voluta per ricordare che il pubblico ministero oltre a consolidare l’accusa «svolge altresì – recita il Codice – accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini».Silvio Berlusconi è indagato con l’accusa di concussione e prostituzione minorile nell’inchiesta sui rapporti intrattenuti lo scorso anno con Karima "Ruby" El Mahroug. L’ipotesi dei pm è che il Cavaliere abbia pagato la ragazza (almeno due i versamenti individuati dalla procura: uno da 5mila, l’altro da 7mila euro) per per avere in cambio rapporti sessuali con la ragazza che all’epoca dei fatti era minorenne.Gli sviluppi delle indagini hanno fatto aggiungere nel registro degli indagati i nomi di altre tre persone. Si tratterebbe di soggetti che, con Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede avrebbero «continuativamente svolto un’attività di induzione e favoreggiamento della prostituzione». Imputazione che nelle ultime ore si è arricchita di testimonianze e riscontri che fanno sentire gli inquirenti «più che sicuri» di poter dimostrare «l’intero quadro di colpevolezza delle persone coinvolte».Gli interrogatori non si sono mai arrestati. Anche negli ultimi giorni, davanti ai pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano, sono comparse ragazze a vario titolo interessate dall’inchiesta. L’ultima, ieri pomeriggio. A lungo ha parlato con i magistrati, confermando il quadro investigativo, specie riguardo alla presenza di Ruby nei dopocena definiti "bunga bunga" e nei quali sarebbero avvenuti spogliarelli e "coreografie" a sfondo sessuale.Testimonianze che non avrebbero smentito quanto captato in svariate telefonate. Si parla di «serate allucinanti» nelle quali non si può «nemmeno immaginare quello che succede».