Il cagnolino del clochard accarezzato dalla poliziotta - Pino Ciociola
Aveva visto intenerita quel cagnolino. Un po’ stupita. Lui lo tiene sempre in braccio, ma adesso lo lascia libero di correrle incontro quando la vede arrivare. Quando s’era fermata a chiacchierare, lui, quasi impaurito, pensava volesse portarglielo via. Sono diventati amici, ma, dopo un anno, la chiama “signora” e le dà ancora del “lei”. Dorme sugli scalini, all’aperto, in una strada al centro di Roma, ucraino, minuto, volto scavato, occhi dolci, dentro un carrello di quelli da supermercato tiene qualche croccantino e una piccola ciotola per il cane, un paio di cambi, il sacco a pelo, bello pesante, che lei gli ha regalato un mese fa, così la notte è appena meno fredda.
“Sono fortunato, non sono solo al mondo, ho il mio cagnolino e tanta gente buona qui intorno”, le ha detto una volta. Non chiede mai nulla, mai una parola fuori posto. Lei, giovane poliziotta, lo porta spesso a mangiare in una tavola calda a pochi passi, a volte vanno al supermercato per fargli fare un po’ di spesa e lui cerca soprattutto prodotti in offerta, non serve lei gli dica “non ti preoccupare”. Sono andati anche ieri.
Una signora accoglieva la sera lui e altri tre clochard nel suo seminterrato, voleva passassero almeno le notti al coperto. Non è durata a lungo, i vicini erano infastiditi dalla povertà, hanno tirato fuori la mancata ‘Segnalazione certificata di agibilità’ di quello stanzone per toglierseli di torno. La signora non si è arresa, ha regalato una piccola tenda da campeggio a ciascuno dei clochard appena sono arrivate le prime piogge invernali sulla Capitale. A lui, quando gliel’ha portata, è scesa una lacrima, gli capita spesso di stupirsi fino a commuoversi. Non vuole dare fastidio a nessuno, pesare su nessuno.
Sua moglie lo lasciò anni fa, nel suo Paese ha una figlia disabile, era venuto in Italia a cercare fortuna, per aiutarla e farla curare, non l’ha trovata. Gli piacerebbe tornare, ma lì è perseguitato e comunque neppure ha i soldi per il viaggio. “L’anno scorso mi colpì - racconta la poliziotta - proprio perché era sempre abbracciato a questo cagnolino, poi mi raccontò di essere sieropositivo all'Aids”. Lui è sempre pulito, “di mattina presto non lo trovo, penso chissà dove, a quale fontana, con il freddo di questi giorni, vada a lavarsi e a lavare il cagnolino”. E lascia sempre pulito quel suo posto, “mette in ordine e porta via tutto quando deve allontanarsi, ci tiene”. Eppure ha davvero quasi nulla, “di suo ho visto solamente il passaporto e il portafogli, che un giorno volle mostrarmi, c’era anche qualche foto, ma non gli ho chiesto di guardarle, né chi vi fosse ritratto”.
Tempo fa stavano chiacchierando e lui le fa: “Signora, lo sa che ieri era il mio compleanno?”. Lei si è sentita sprofondare, “perché tutti abbiamo qualcuno che ricorda il nostro compleanno, fosse pure una sola persona, lui invece nessuno, tanto d’aver sentito bisogno di dirlo a me, che sono quasi una sconosciuta”. Quando lui ha saputo il lavoro di lei, un po’ s’è spaventato, poi ha capito che non aveva nulla da temere. Lei si è affezionata, molto, a entrambi, lui e il suo cagnolino: “Quando mi succede di non poter passare per un po’, magari perché sono in ferie, mi viene l’ansia e devo andarci”. Non solo, “voglio portarlo a pranzo in una bella trattoria, farlo sentire un signore, prima o poi lo farò”.