giovedì 13 ottobre 2022
Il 12 ottobre 1997 moriva il sacerdote fondatore della Caritas di Roma
Monsignor Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas di Roma

Monsignor Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas di Roma - Ansa

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La sua è stata «un’instancabile opera di costruttore della solidarietà, di testimone tenace e coerente di quei valori umani che sono fondamenta di vita per la comunità». Una testimonianza così forte, quella di don Luigi Di Liegro, «da rappresentare una sfida permanente per l’affermazione dei diritti di cittadinanza garantiti dalla Costituzione». Sergio Mattarella non ha dubbi: la vita del sacerdote che nel 1979 fondò, spinto dal cardinale vicario Ugo Poletti, la Caritas diocesana di Roma, dopo tanti anni «rimane una ricchezza inestimabile per Roma e l’Italia».

Il messaggio del Quirinale apre il convegno in Campidoglio - organizzato della Fondazione Internazionale Luigi Di Liegro e dalla Diocesi di Roma - per i 25 anni dalla scomparsa del “prete dei poveri”, morto a 68 anni, il 12 ottobre 1997, per problemi cardiaci. La giornata in memoria di don Di Liegro si chiude in serata alla Basilica dei Santi Apostoli con la messa celebrata dal presidente della Cei cardinale Matteo Zuppi.

Quel 12 ottobre 1997 l’annuncio della scomparsa di Di Liegro viene dato alla partenza della marcia della Pace Perugia Assisi, dal coordinatore Flavio Lotti e dal sindaco Francesco Rutelli. E chi scrive ricorda lo sgomento di tanti, anche laici e non credenti.

Anche il cardinale vicario Angelo De Donatis parte da un ricordo personale raccontando di quando «giovane pretino» fu accompagnato nella sua crescita pastorale proprio da don Di Liegro. Ne ricorda «lo sguardo d’insieme sulla città, con gli occhi e col cuore» e «la scelta preferenziale per i poveri, che più erano nascosti e più lui li cercava».

«Di Liegro diceva che se non partiamo dai più fragili, anche i progetti più grandi falliranno - sottolinea il sindaco Roberto Gualtieri - e noi, che abbiamo grandi opportunità per rigenerare la città con Pnrr e Expo, non le coglieremo se non partiremo dai diritti dei più fragili . La città rimarrebbe più ingiusta e non si riuscirebbe a modernizzarla. Stiamo cercando di essere coerenti con questa visione». Padre Sandro Barlone, presidente della Fondazione Di Liegro - di cui è segretaria Luigina Di Liegro, nipote di Don Luigi - ricorda come, «pur non facendo politica, don Di Liegro si occupava dei problemi che dovevano essere affrontati dalla politica. La sua testimonianza pastorale oggi è più attuale che mai. Il suo agire è stato prima di tutto profezia».

Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ne traccia un ritratto non agiografico: «Don Luigi era anche un uomo di rottura, io ci ho litigato tante volte». Avversario «della Dc andreottiana di Roma, in realtà la Dc lui voleva salvarla. Amava la solitudine ed era istintivamente anarchico. È stato una spina nel fianco per il Vicariato, che nei suoi ultimi anni non sopportava e non capiva la Caritas di Di Liegro. Prete entusiasta del Concilio e molto obbediente, obbediva facendo quello che riteneva giusto». Per l’ex sindaco Francesco Rutelli «Di Liegro è stato instancabilmente esigente e gli sono grato per le sue critiche. Le sue fissazioni erano il diritto alla casa e i senza dimora».

Ci sono anche i cronisti che raccontarono quegli anni, lo “scandalo” della casa famiglia per malati di Aids a Villa Glori ai Parioli, lo sgombero dei 1.500 asiatici dalla Pantanella. Claudia Terracina del Messaggero dice che «Don Luigi ci spinse a spiegare, al di là della cronaca, perché esistono gli emarginati. E i giornali sono migliorati». Toni Mira di Avvenire racconta di come Di Liegro «coinvolse nei servizi Caritas gli obiettori di coscienza per dare senso al no alle armi col servizio agli ultimi».

Padre Camillo Ripamonti del Centro Astalli sottolinea le affinità con padre Pedro Arrupe, fondatore del Jesuit Refugee Service. Anche don Luigi era figlio di un emigrante, pescatore di Gaeta. Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica romana, e Abdellah Redouane, segretario della Moschea di Roma, testimoniano il profondo rispetto di ebrei e islamici per quel “prete dei poveri”.

Claudio Cecchini, allora braccio destro di Di Liegro, lo ricorda come uomo del fare: «La Caritas nasce nel ‘79, già nell’80 aveva realizzato due “opere segno”, due centri di ascolto per stranieri e italiani». Ed è Giustino Trincia, attuale direttore della Caritas di Roma, a confermare «la sua assoluta fedeltà al Vangelo come ispirazione del suo agire».

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