Conoscono bene il dramma dell’azzardo. Loro, i sindaci e gli amministratori locali. Toccano con mano la sofferenza di tante famiglie, constatano l’impoverimento – non la ricchezza – portata da ogni sala giochi, da ogni slot che sbarchi sul loro territorio aggiungendosi a una schiera già troppo folta, in un assedio che avvolge i cittadini. Sbattono il muso, spesso con la difficoltà di imporre regole e limiti dettati dal puro buon senso, ritrovandosi a incassare le sentenze negative dei Tar. Allora si organizzano. «È nata così la nostra legge di iniziativa popolare – racconta Angela Fioroni, segretaria regionale lombarda di Legautonomie –. La piaga dell’azzardo patologico, esagerato, capace di mandare in rovina la gente ci è scoppiata tra le mani, letteralmente, due anni fa». Nasce così il Manifesto dei Comuni, circa 600. «Pochi? In realtà ci sono tutti i maggiori e quindi rappresentano la grande maggioranza della popolazione italiana ». E nasce così anche la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare, 94 mila in tutto, almeno 90 mila valide, legge depositata in giugno agli Affari sociali e alle Finanze. Dove giace tuttora. «A starci a cuore – spiega Angela Fioroni – era ed è innanzitutto la tutela della salute. I sindaci si muovevano perché tramite i singoli cittadini che si rivolgevano loro, le Asl e gli assistenti sociali vedevano montare la marea della malattia. Non potevamo restare inerti». E la proposta di legge licenziata a larga maggioranza dalla Commissione affari sociali, quella che ha come prima firmataria Paola Binetti? «Piena consonanza. Con Paola Binetti ci siamo senti- ti spesso. Eravamo abbastanza tranquilli. La Delega fiscale, nel febbraio scorso, all’articolo 14 chiede una vera e propria legge quadro sull’azzardo. E con il progetto Binetti le differenze erano e sono minime». I sindaci, come è facile intuire, chiedono maggiore libertà di manovra e strumenti contro le infiltrazioni mafiose, il riciclaggio e l’evasione fiscale. Chiedono che il gioco d’azzardo sia limitato a luoghi dedicati dove uno vada a giocare consapevole di ciò che fa. Sembra poco ma in realtà è tantissimo, una vera rivoluzione copernicana. Oggi è l’azzardo che va a stanare la gente ovunque, non è la gente a cercare l’azzardo. E adesso? «Adesso – allarga le braccia Angela Fioroni – la nostra legge giace dormiente e quella di Paola Binetti è stata bloccata dal
niet della Ragioneria dello Stato. Dobbiamo sperare che non venga bloccata pure la Delega Fiscale con i suoi 12 decreti delegati. Purtroppo, che io sappia, ne sono stati abbozzati appena 3. E dell’articolo 14, quello sul gioco d’azzardo, non abbiamo notizie e possiamo solo sperare che ci stiano già lavorando, o almeno comincino prestissimo». Impotenti? No. La Legautonomie sta stringendo la tenaglia. Agisce nello stesso tempo dall’interno, sollecitando i molti parlamentari amici, sensibili al dramma; e dall’esterno, mobilitando i sindaci «molti dei quali però sono nuovi: solo in Lombardia sono state rinnovate quasi 1100 amministrazioni su 1600». Occorre lasciargli il tempo per rendersi conto della situazione. Un aiuto verrà dall’imminente campagna sociale predisposta da 'Mettiamoci in gioco', che sarà presentata a metà novembre.