venerdì 13 ottobre 2023
Viaggio della premier in Mozambico e Congo Brazzaville: "Useremo 3 miliardi di euro del fondo clima per la cooperazione. Ma la conferenza coi Paesi africani sarà a gennaio". Critiche le opposizioni.
Meloni stringe accordi per l'Eni, ma il piano Mattei slitta

ANSA

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Dalla missione nel cuore dell’Africa, in Mozambico e Congo-Brazzaville, la premier Giorgia Meloni torna con qualche certezza per l’esecutivo e un mare di perplessità delle opposizioni. Il piatto forte delle sue esternazioni, il cosiddetto «Piano Mattei» annunciato un anno fa, si arricchisce di qualche elemento in più: «Sarà sostenuto dal nostro Fondo clima, che così impatta sulle nazioni africane», argomenta la presidente del Consiglio, col presidente mozambicano Filipe Nyusi dopo l’incontro a Maputo. «Il 70% del nostro Fondo clima sarà dedicato all’Africa», circa 3 miliardi di euro (su un totale di 4,2), dice Meloni, «un investimento importante con cui vorremmo spingere a un nuovo approccio tutta l’Ue». D’altro canto, la premier conferma le indiscrezioni sullo slittamento dell’evento in cui il suddetto Piano di sviluppo e cooperazione avrebbe dovuto essere illustrato nei dettagli agli interlocutori africani e all’opinione pubblica: «Abbiamo dovuto rinviare a gennaio la conferenza Italia-Africa, che era prevista a novembre, per capire meglio il quadro della situazione internazionale che sta evolvendo», afferma ancora Meloni, aggungendo che «il presidente del Mozambico ha garantito la sua presenza e la cooperazione nella stesura del Piano Mattei». Poi considera: «Non ci sarebbe nulla di nuovo se presentassimo un piano all'Africa. La cosa nuova è scriverlo insieme, stabilire le priorità e portare avanti una strategia».

Una visita lampo. Partita giovedì sera da Roma, la presidente del Consiglio ha visto ieri mattina Nyusi a Maputo. Nel pomeriggio, con un volo di 4 ore, si è spostata a Brazzaville per incontrare il presidente congolese Denis Sassou Nguesso e il primo ministro Anatole Collinet Makosso. Dopo la cena offerta dalla presidenza del Congo Brazzaville, in serata la premier è ripartita per Roma. Una missione risicata nei tempi per la necessità di seguire con attenzione, da Roma, le questione economiche e i risvolti nazionali legati allo scoppio del conflitto tra Hamas e Israele. Ma il blitz africano è servito pure a mettere sul tavolo coi due Paesi forme di partnership in materia di cooperazione economica ed energetica, accanto a programmi di cooperazione e sviluppo sociale, realizzati da imprese e Ong italiane. Ipotesi di collaborazione che dovrebbero riguardare un impegno sulla questione climatica, progetti per le energie rinnovabili e per il gas naturale liquefatto per il mercato locale e quello europeo.

Nyusi loda l’Eni. E qui sta forse la vera certezza che la premier (che ha portato con sé una delegazione di dirigenti dell’Eni, guidata dall’amministratore delegato Claudio Descalzi) riporta in Italia. La si legge in controluce nelle parole rassicuranti del presidente Nyusi: «La presidente Meloni è stata chiara, ha detto che nel settore energetico possiamo fare di più e molto meglio, e penso che sia vero. L’Eni, nella zona di Cabo Delgado sta portando avanti il lavoro con tanti progetti visibili e la popolazione lo vede: è un’azienda all’avanguardia». L’Eni, prosegue Nyusi, «è pioniera e ha fatto la storia, la incoraggiamo a continuare a lavorare» con un approccio «di aggressività positiva».

Avs: beffardo usare fondi per clima per fonti fossili. Le dichiarazioni che giungono dall’Africa fanno infuriare le opposizioni. «Siamo alla beffa irriverente», incalza Angelo Bonelli, deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra, se Meloni «pensa di finanziare Paesi che forniscono gas e petrolio all’Italia, direttamente o indirettamente, usando il Fondo per il Clima e con l’alibi di un piano fantasma come il Piano Mattei, reagiremo duramente. Presenterò nelle prossime ore un’interrogazione parlamentare alla Presidente del Consiglio». Il deputato verde segnala che «come già denunciato dall'associazione ReCommon», è stato nominato «delegato di Fratelli d'Italia per Angola e Mozambico Marco Rosario Ferrante, che ha una storia decennale in Eni e attualmente lavora presso Azule Energy, una joint venture di Eni e Bp in Angola», orientata «alla ricerca e produzione di gas fossile». Tagliente pure M5s: «Sarebbe comico se non fosse tragico. Dopo mesi di falsa propaganda, Meloni annuncia il rinvio della Conferenza al prossimo anno con una scusa a dir poco vaga».

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