Un milione di residenti in più
dell'anno precedente, il 7,4% stranieri. Un popolo di
internauti, sempre più proiettati verso le nuove forme di
tecnologia e l'accesso al web, ma anche un Paese dove ci si
iscrive sempre meno all'università sebbene il livello di
istruzione si sia innalzato. È la nuova fotografia della
società italiana scattata dall'Annuario statistico Istat.
Dopo la fuga dalle grandi città dei primi anni duemila, il
trend si è invertito fra il 2011 e il 2013. Si vive più a
lungo e il 70% degli abitanti dà un giudizi positivo del
proprio stato di salute: diminuiscono i fumatori (uno su 5) ma
un terzo dei ragazzi non rinuncia. In calo i protesti,
aumentano (del 2%) i reati, in particolare cybertruffe
(+10,5%), estorsioni (+6,2%), rapine (+5,1%) e furti (+4,1%).
In calo (-4%) gli omicidi volontari, in aumento quelli di
mafia.
I musei attirano sempre più visitatori: nel 2013, quasi
38,2 milioni di persone hanno frequentato i 431 luoghi di
antichità e arte sparsi per la penisola, 1,8 milioni in più
rispetto all'anno precedente. Continua a calare il numero di
lettori di libri (41,4%) e quotidiani (47,1%). Anche se in
lieve flessione, la tv resta il medium più amato dagli
italiani: la guarda il 91,1% della popolazione di tre anni e
più. Confermata la scarsa affezione verso la pratica sportiva:
meno di un terzo della popolazione di tre anni e più (31,6%)
pratica nel tempo libero uno o più sport.
Sul fronte economia, quasi un dipendente su due nel 2013
risultava in attesa di vedere rinnovato il proprio contratto
nazionale di lavoro. La diminuzione degli occupati riguarda sia
i lavoratori dipendenti (-335.000) sia gli indipendenti
(-143.000). Hanno perso occupazione tutti i settori: il tasso
2013 è al 55,6%, valore che si mantiene ampiamente al di sotto
della media Ue (64,1%). Il 73,4% delle famiglie risulta
proprietario dell'abitazione in cui viveva, in crescita
rispetto all'anno precedente (72,4%): fra queste, il 16,6% paga
un mutuo. Ad incidere maggiormente sulla spesa totale per le
utenze ed i servizi delle case è la bolletta del gas, che
rappresenta il 2,6% della spesa totale, seguita da quella
dell'energia elettrica (2,1%) e dalla bolletta telefonica
(1,5%).
Sempre meno i laureati. Il passaggio dalla scuola secondaria all'università infatti, (calcolato rapportando gli immatricolati all'università ai diplomati di scuola secondaria superiore che hanno conseguito il
titolo nello stesso anno solare) è andato progressivamente
riducendosi dopo la forte crescita negli anni di avvio della riforma
(72,6 immatricolati su 100 diplomati nel 2003/2004). Nell'anno
accademico 2012/2013 è al 55,7 per cento, con i valori più alti per
i residenti nelle regioni del Nord-ovest e in quelle del Centro
(entrambe 60,2).