sabato 23 gennaio 2021
Tra gli obiettivi l'impegno a formare una nuova classe dirigente al servizio del Paese
Antonio Di Matteo

Antonio Di Matteo - Ufficio stampa Mcl

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Il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) ritrova l’unità nel nome di Antonio Di Matteo, eletto ieri mattina presidente dal Consiglio nazionale. Il comunicato dell’organizzazione ecclesiale parla di «proposta unitaria dei vertici del Mcl» e di «un momento importante per la continuità dell’impegno del Movimento, pur in un passaggio assai complesso per il Paese, pesantemente segnato dalla pandemia». L’interessato non fa mistero del fatto che il primo e più importante atto della sua presidenza sarà la ricerca di un dialogo interno ancora più profondo.

Le dimissioni di Costalli, la presidenza di Delle Foglie, ora un nuovo presidente: perchè?
A questa presidenza arriviamo dopo un percorso unitario che abbiamo sviluppato dopo le dimissioni di Delle Foglie. L’indicazione che ci diamo è chiarissima ed è quella di ripartire dagli impegni del Congresso e dalla fedeltà alla mozione congressuale.

Sono state superate le divisioni interne, seguite alle dimissioni di Costalli?
Abbiamo compiuto un percorso dialetticamente vivace ma appassionato, dove ha prevalso il senso di responsabilità che ha portato a soluzione unanime. Il fatto che questa presidenza sia stata eletta da tutti è un fatto importante. Ora, con la sua vocazione di movimento di popolo tra la gente e per la gente, fedele al Magistero sociale della Chiesa, il Mcl può riprendere il suo cammino nel solco dei valori e dei principi che hanno ispirato la sua storia ormai quasi cinquantennale.

Per andare dove?
Si riparte dalla formazione, dell’attenzione al territorio, dalla difesa dei corpi intermedi e dalla sussidiarietà, dal sostegno all’azione pastorale di papa Francesco, da un grande appello all’unità e a lavorare insieme, ma tutti insieme, facendo lavorare gli organi sociali del movimento. È confermata, naturalmente, la nostra vocazione internazionale e la dimensione europea del Mcl con un’attenzione all’azione di sviluppo anche in collaborazione con altri organismi. È in preparazione un seminario su questi temi in settimana a Roma.

Che presidente sarà?
Io credo nel lavoro comune e nel modello partecipativo, cui stiamo lavorando e che ci porterà al cinquantenario prima e al congresso poi.

Il congresso si terrà alla sua scadenza naturale?
Appuntamento al 2023.

Nel frattempo succederanno molte cose nel Paese: cosa pensa del governo Conte?
Quella coalizione di governo non ci rappresenta. Nel Paese c’è bisogno di persone che si spendano per il bene comune e l’attenzione alla politica sarà un cardine di questa presidenza, tanto’è vero che stiamo già lavorando per l’assemblea degli amministratori locali, che abbiamo sospeso a causa della pandemia. La situazione generale della politica ci delude. Vogliamo lavorare per costruire una nuova classe dirigente. Ora siamo preoccupati per l’incertezza: serve una guida autorevole al Paese.

Lei ha richiamato il Magistero di Paolo VI, Giovanni Paolo II e papa Francesco.Quali temi vi impegneranno maggiormente?
Continueremo a operare, come già facciamo, per la lotta alle povertà, attraverso i nostri sensori territoriali, che ci trasmettono un Paese alle prese con grandi difficoltà, ben maggiori di quelle censite dall’Istat. C’è bisogno di dare sostegno ai veri poveri e di creare ricchezza e lavoro. Su questo fronte il governo, ma tutti i governi, dovrebbero dare maggiore spazio ai corpi intermedi, sindacato in primis. Vorrei però ricordare anche l’urgenza, un po’ dimenticata a causa del Covid 19, di portare in ogni luogo la nostra sensibilità e cultura in difesa e promozione della vita, della famiglia, del lavoro e della formazione, della libertà di educazione.

L’associazionismo cattolico può dire la sua in politica?
Siamo stati i fautori di un protagonismo che non è decollato, e non per mancanza di passione da parte nostra, e restiamo nelle reti dell’associazionismo cattolico, dove viviamo momenti di comunione e di condivisione dell’impegno. Si lavora.

La scheda / Il Movimento Cristiano Lavoratori

Il Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl) è un Movimento a carattere sociale, di solidarietà e volontariato, nato 45 anni fa per promuovere i principi cristiani nella vita, nella cultura, negli ordinamenti, nella legislazione. Accanto all’impegno politico, culturale e formativo, il Mcl fornisce assistenza su temi fiscali, pensioni, previdenza, materie legali, del lavoro, formazione professionale, assistenza in agricoltura. Con i suoi circa 320mila iscritti ha sedi (Patronato e Caf) su tutto il territorio nazionale, in Gran Bretagna, Svizzera, Germania, Francia, Belgio e poi a Sarajevo, Bucarest e Chisinau (Moldavia). E, nel resto del mondo, in Usa, Canada, Argentina, Brasile, Australia.

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