mercoledì 4 luglio 2012
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​Per Tv2000, la rete di cui Dino Boffo è direttore dall’ottobre 2010, quello di questi giorni è un traguardo doppiamente significativo. Alla piena digitalizzazione del nostro sistema televisivo si affianca infatti la conclusione di una stagione durante la quale Tv2000 ha affrontato e vinto più di una sfida. «Un anno fa – ricorda Boffo – il nostro ascolto medio nelle 24 ore si attestava intorno allo 0,10%. Oggi siamo stabili sullo 0,40% nell’arco dell’intera giornata, con punte che sfiorano il 5% e che toccano abitualmente il 2, il 3, il 4%».Merito del digitale terrestre?«La nostra rete si serve di questa tecnologia fin dal 2005, nella convinzione che si tratti di un’occasione felicissima di maggior democrazia, resa concreta da una moltiplicazione delle voci altrimenti impensabile. Detto questo, la valutazione sull’efficacia dello strumento rimane controversa. Ogni giorno riceviamo numerose proteste legate alla mancata visibilità del canale. Abbiamo effettuato un check-up autonomo, che non ha pretese di completezza, ma che ha portato a registrare vaste zone d’ombre in regioni come le Marche e la Toscana, oltre che in alcuni quartieri di Roma e Milano. Viene da pensare che, almeno in passato, il processo non sia stato governato a regola d’arte».Tecnologia a parte, quali altri difficoltà incontra una rete digitale?«Anzitutto quella di rompere le incrostazioni dell’abitudine. Gli spettatori televisivi hanno di norma un atteggiamento conservatore, ma sanno anche essere sorprendenti. Negli ultimi mesi, qui a Tv2000, abbiamo completamente rivoluzionato il palinsesto, ottenendo una risposta che ci ha sorpreso in termini di reattività, entusiasmo, desiderio di fare comunità al di fuori dei soliti schemi».È un segno di stanchezza nei confronti della tv generalista?«Rai, Mediaset e La7 continuano a detenere i tre quarti del mercato. Per sopravvivere nella porzione che rimane disponibile, una rete digitale deve assolutamente raggiungere l’obiettivo dell’1% su media giornaliera. Ci stiamo provando, senza dimenticare che i problemi di budget esistono, così come quelli legati alla raccolta pubblicitaria. A fare la differenza, però, è la qualità del prodotto. E su questo, sì: credo che Tv2000 sia fin d’ora competitiva».
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