«È troppo tardi. Renata avrebbe dovuto dimettersi subito, con un gesto dirompente. Sarebbe stata rieletta con il 60 per cento. Invece se ne va dopo che tutto il mondo le ha chiesto un passo indietro. Non ne trarrà benefici, non avrà dividendi politici da investire...». Ha il volto insolitamente duro Franco Frattini, ex ministro del governo Berlusconi. Sono giorni che incalza, spinge, pressa. Guarda il partito in cui «ho militato finora», il Pdl, e batte i pugni: «Ora basta, questi giovani cooptati hanno dimostrato la massima indegnità politica, ci hanno trascinato in un abisso d’immoralità. Bisogna azzerare e ricostruire tutto, a partire dalla selezione della nostra classe dirigente. Alfano abbia coraggio, non tema la scissione dei disonesti e dei rubagalline. Altrimenti finirà tutto, proprio tutto».
È troppo tardi per Polverini. Ma è troppo tardi anche per la politica?C’è un rapido in corsa alle Camere: il ddl anticorruzione. Angelino dica a Monti che si deve e si può andare avanti. È la "sua" legge, porta il suo nome, non può permettere che il Pdl diventi agli occhi di tutti il partito che tutela i corrotti. Non ci sto. Approviamo quel testo, anzi mettiamoci dentro la più grande stretta che ci sia mai stata contro i politici che rubano.
Cioè?La confisca immediata e diretta di tutti i beni, mobili e immobili, soldi, palazzine e altre utilità acquisite con i fondi pubblici.
Come avviene per i mafiosi?Se serve a capire quanto è grave la situazione, le dico «si, come i mafiosi». Anche se si tratta, ovviamente, di due reati diversi dalla differente pericolosità sociale. Ma la ratio è la stessa della confisca ai malavitosi: si toglie ai politici rubagalline per restituire alla gente sotto forma di detrazioni fiscali, sconti sull’Imu, assistenza sociale. Tra l’altro qualcosa del genere esiste già, è previsto dalla finanziaria 2007, ma non è stato applicato.
Sarebbe uno choc...Uno choc costruttivo. Perché gli onesti della politica non possono affidare la loro dignità al buon garbo di un Lusi qualsiasi che, sua sponte, decide di restituire 100mila o 200mila euro. La gente è arrabbiata, non si limita all’indignazione, rivuole indietro il maltolto.
E il garantismo?Non sarò certo io a rinnegare il garantismo della cultura liberale, ma glielo dico da magistrato: le carte che stiamo leggendo in questi giorni dicono tutto. Fatture false, fatture inesistenti, fatture gonfiate. Il tutto nel contesto di un "patto scellerato" tra le forze politiche, con un ufficio di presidenza della Regione che all’unanimità, in due anni, senza che nessuno abbia mai suonato il campanello d’allarme, fa lievitare i costi dei gruppi consiliari da 1,8 a 22 milioni. Sinceramente, non vedo assoluzioni in vista. Perciò, invece della sospensione, non avrei visto male l’espulsione immediata di Fiorito dal Pdl per indegnità politica.
Cosa vede nel futuro del suo partito?Io non so vedere il futuro, ma ricordo molto bene il passato recente. L’1 luglio 2011 Angelino Alfano ha strappato un’ovazione promettendo il "partito degli onesti". Ora acceleri: non tema di perdere qualche pezzo, perché al suo fianco troverà chi crede ancora nella rivoluzione liberale, nello spirito del ’94.
Auspica una scissione dagli ex An?La vicenda del Lazio dimostra che, purtroppo, il "patto scellerato" era trasversale al Pdl e ai partiti tutti. Non contano le precedenti appartenenze politiche, conta chi vuole ora, in questo preciso istante, rimettere le fondamenta del centrodestra, di un partito moderato, riformista, liberale, che si ispira ai valori cristiani, che si apre al meglio dell’imprenditoria e della società civile, che fa spazio a quelle persone che non hanno bisogno di alimentare clientele per arricchirsi. Berlusconi e Alfano possono ancora dare una svolta. Ma il tempo sta per scadere. Per tutti.