Il presidente di Italia Viva, Matteo Renzi, in passato sindaco di Firenze e capo del governo dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016, quando si dimise dopo il referendum costituzionale - Ansa
Senatore Matteo Renzi, in questo inizio 2024 quale fatto l’ha inquietata di più?
La vicenda dello sparo alla festa del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. Intanto, questi deputati di Fratelli d’Italia sono dei pazzi irresponsabili: mentre tutte le famiglie italiane giocano a risiko o tombola e cantano le canzoni di Battisti al karaoke, questi portano le pistole. In una sala piena di bambini. Lei consideri che tre ore prima il nostro presidente della Repubblica, Mattarella, aveva fatto un richiamo proprio sul tema delle armi da fuoco. Sono folli. E come se non bastasse, qualcuno mente.
Lei fa accuse pesanti. A cosa si riferisce?
Alla realtà. Tutti danno la colpa al deputato pistolero, Pozzolo, ma le versioni non coincidono. E lui continua a urlare la sua innocenza e dice di essere abbandonato. Delmastro ha gli uomini della scorta a cena con lui e questi uomini, anziché seguirlo quando il sottosegretario esce al buio da solo, restano simpaticamente a gozzovigliare e controllare le pistole? Ma pensano che possiamo credere alle loro bugie? Su questa vicenda non ci fermeremo. E domani sarò in Aula – al question time – per chiedere al ministro Nordio di dirci la verità. Qualcuno sta mentendo. Il governo sta facendo una figura vergognosa. E Delmastro dovrebbe dimettersi immediatamente togliendo la presidente Meloni dall’imbarazzo.
Ma perché Delmastro dovrebbe dimettersi?
Ha organizzato un veglione con pistole, ha usato la polizia penitenziaria come un club di amici, sa benissimo che qualcuno sta mentendo, ma non ha aiutato a chiarire. Ma in vicende del genere prima o poi qualcuno parlerà. E il castello di bugie verrà giù tutto insieme.
Su Acca Larentia Fdi si limita a dire che non c’entra con quella commemorazione. E La Russa chiede chiarezza alla Cassazione sul saluto romano. Le basta?
Penso che quei tre ragazzi, uccisi solo perché erano missini, meritino rispetto e commemorazione. La violenza degli anni ‘70 non può essere cancellata o riletta alla luce dell’ideologia. Dunque, il mio personale cordoglio va alle famiglie e agli amici di quei tre ragazzi. Quanto alla manifestazione, mi fa piacere che La Russa si affidi alla Cassazione. Ma pongo un problema politico: qui identificano un loggionista della Scala solo perché urla «viva la Costituzione antifascista» e nessuno dice una parola su trecento saluti romani? Ma soprattutto: Meloni interviene su tutti i rave party ed è molto sensibile alle peripezie di Chiara Ferragni. Ci fa piacere. Su questa scena invece ha perso la voce? Non fa neanche un tweet?
Veniamo all’economia. Come spiega il contrasto tra un Pil fiacco e un’occupazione che segna primati, come dice oggi l’Istat?
Il tema è interessante. Il vero problema non sembra più l’occupazione, ma il salario. Gli stipendi pesano troppo poco. Ho visto uno studio che mi ha colpito: lo stesso carrello, con la stessa spesa, costa il 18% in più di 4 anni fa. Questo è il dramma del nostro tempo. Perché gli stipendi non sono aumentati del 18%. E le famiglie non ce la fanno, soprattutto le famiglie con figli. La Meloni dovrebbe preoccuparsi di questo anziché inseguire quello che spara al veglione, il cognato che ferma i treni, una classe dirigente di scappati di casa. L’inflazione picchia durissimo.
La premier ha detto che nella prossima manovra vuole confermare le principali misure varate e puntare sui tagli alla spesa. Ce la può fare?
No, ci sta prendendo in giro. Giorgia farà sei mesi di campagna elettorale splendida splendente. Poi dovrà tagliare 15 miliardi di euro con una manovra correttiva. E lì, conoscendola, potrebbe aumentare l’Iva come ha già fatto con pannolini e assorbenti. Il prossimo anno poi serviranno altri 35 miliardi. Giorgetti lo sa e infatti fischietta facendo finta di niente. Quanto ai tagli alla spesa, di che parliamo? Hanno tagliato sul fondo per i disturbi alimentari, però hanno dato milioni di euro per la segreteria di Lollobrigida. Io mi domando: ma come si può dare più soldi al cognato d’Italia per lo staff quando si taglia sulle cose serie?
Sull’abuso d’ufficio Iv ha votato con la maggioranza. Non è che vi state spostando a destra?
Ma quale spostamento a destra! Per me l’abuso d’ufficio non è una priorità ma i numeri dimostrano che ha ragione l’amico Enrico Costa e con lui Nordio. Prenda i dati del 2021: 4720 indagati per abuso d’ufficio, 18 condannati in primo grado. Ma di cosa parliamo? Per favore, preoccupiamoci di sicurezza, giustizia giusta, di chi subisce un reato e non è risarcito. Questi sono i temi reali, non l’ideologia grillina.
Fu decisivo nella caduta dei due governi Conte. Per quello Meloni l’impresa è più ardua?
Mandare a casa Conte per portare Draghi è stata una scelta fantastica. La rifarei una, dieci, cento, mille volte. Ma nel caso Meloni, la presidente può cadere solo per un collasso interno. O non regge psicologicamente lei o Salvini si inventa un nuovo “Papeete”. Questi possono crollare solo da soli.
Salvini si è sfilato dalla competizione per le Europee. Cosa significa il fatto che punti sul generale Vannacci?
Significa che Salvini ha avuto un momento di lucidità. Se si fosse candidato in prima persona sarebbe stato annichilito dal confronto con le preferenze del 2019. E anche con quelle di Meloni nel 2024. Ha avuto un sussulto di saggezza. Quanto a Vannacci, penso che si candiderà. La Costituzione glielo permette. Lo farà. E lo farà con la Lega.
Carlo Calenda ha detto no, da Bruxelles, alla lista unitaria di Renew Europe che era stata suggerita anche dai leader europei del Terzo polo. Cercherà di convincerlo?
No. Calenda è un uomo per il quale mi sono speso molto. L’ho nominato viceministro, ministro, ambasciatore. L’ho sempre sostenuto come sindaco, parlamentare europeo, candidato alle politiche. Gli ho dato le firme senza le quali sarebbe rimasto fuori dal Parlamento. Ho fatto di tutto per lui. Ha scelto di rompere il Terzo polo all’improvviso, come all’improvviso aveva rotto con Letta e con +Europa. I dati del 2 per mille o i dati delle vendite del suo libro mi sembrano collassare, proprio perché in tanti non capiscono le sue decisioni. Non le capisco neanche io, ma rispetto la sua scelta. E non dico mezza parola contro di lui: ognuno è responsabile delle sue scelte, auguri e tanta felicità a tutti.
Continuano a far discutere le sue attività “extra-italiane” che fanno schizzare i suoi redditi regolarmente dichiarati. Ci dica una parola finale sull’opportunità di questo impegno.
Lavoro, pago le tasse, rispetto le leggi. Mi dovrei vergognare? No. Si deve vergognare chi non rispetta le leggi, a cominciare dalle leggi sulla riservatezza degli atti, e chi le tasse non le paga. Io sono fiero di contribuire in tanti modi alla vita della Nazione. Continuerò a fare le cose seguendo le leggi e denunciando quelli che non le rispettano, a cominciare dai giornalisti de Il Fatto quotidiano.